Le posizioni che comportano molte responsabilità hanno perso "fascino" negli ultimi anni. Le spiegazioni di due esperti.
ZURIGO - Pressione, stress, responsabilità. Sono questi gli elementi che compongono la vita lavorativa di un direttore oppure di un dirigente. Insomma, l'altra faccia della medaglia di un "capo". Un lato che negli anni sembrerebbe aver compromesso definitivamente l'aura che circondava le posizioni "più alte" all'interno di un'azienda oppure di una ditta.
Il fascino del manager è in crisi - Un dato confermato da un sondaggio condotto in Germania dall'associazione "Chef:innensache". «Solo una persona su quattro desidera una posizione manageriale nella vita professionale». L'aspirazione o non esiste oppure è ridotta al minimo.
«Ci sono vari fattori che possono aver determinato questa tendenza», spiega a 20Minuten l'esperta in risorse umane Ursula Bergundthal. «Innanzitutto nelle posizioni cosiddette "sandwich" (cioè un manager intermedio) le possibilità di progettazione sono diminuite nel corso degli anni. La pressione proveniente sia dal basso che dall'alto. E questo non aiuta certo a rendere questi incarichi più attrattivi». Ma non è tutto. «Inoltre l'importanza dell'equilibrio tra lavoro e vita privata è sempre più importante. I ruoli di leadership richiedono spesso un dispendio di energie e tempo che superano quanto normalmente richiesto a un dipendente».
Distribuire le responsabilità - Questa tendenza potrebbe compromettere in futuro il numero di persone disposte ad assumersi determinate responsibilità? «No, non credo. La qualità dei manager resterà invariata», spiega Bergundthal. «In passato c'era però la tendenza a elargire ruoli importanti troppo facilmente. Solo in seguito ci si rendeva conto che le persone non erano adatte». Ora secondo l'esperta i criteri e le procedure di selezione sono più rigide.
Una cosa è certa: le posizioni di manager dovranno ritrovare il loro fascino. «Avremo bisogno di nuovi modelli di gestione del personale. L'innovazione di solito viene dal basso. I dipendenti devono essere più coinvolti».
«I manager sono spesso esposti a critiche e rimproveri. Ci vuole un sostegno maggiore da parte dell'azienda. Sia in termini di remunerazione che di separazione delle responsibilità», sostiene invece Jörg Buckmann, esperto in risorse umane.