La stagione invernale è alle porte: il punto con gli esperti del settore sull'impatto dei cannoni da neve e sulle soluzioni alternative.
BERNA - Gli impianti sciistici svizzeri non possono più prescindere dalla neve artificiale. La stagione 2024/2025 è ormai alle porte, la prima spolverata è scesa ieri, martedì 12 novembre, eppure la domanda sorge spontanea: basterà quest’anno la neve per permettere alle stazioni di sopravvivere?
Una sfida sempre più impegnativa - «La progressione dei cambiamenti climatici pone sfide sempre più impegnative, in particolare per le destinazioni a bassa e media quota», ha spiegato al Blick Reto Knutti, climatologo del Politecnico di Zurigo. Il problema, secondo l’esperto, toccherà soprattutto le stazioni che si trovano al di sotto dei 1’500 metri.
Insomma la garanzia della neve naturale non è più una garanzia. E qui entra in gioco la neve artificiale. Premessa: l’innevamento artificiale non si limita al cannone da neve che si scorge sulle piste, ma si tratta di un impianto molto più complesso. Sono infatti necessari bacini di stoccaggio, tubature d’acqua, compressori d’aria, generatori di neve e sistemi di controllo della gestione dell’acqua.
I costi - Va da sé che una stazione sciistica per alimentare e per preservare un sistema del genere è costretta a investire e impiegare non poche risorse economiche. «Generalmente si calcola un milione di franchi ogni chilometro di pista», ha spiegato Stefan Mumenthaler, manager di TechnoAlpin Svizzera (Uri), società fornitrice di impianti industriali per l’innevamento artificiale.
Ma la tecnologia da sola non basta. «Anche con la neve artificiale, la temperatura e l'umidità dell'aria devono soddisfare alcune condizioni basilari», ha aggiunto Mumenthaler.
In Svizzera, grazie all’altitudine di buona parte degli impianti, solo circa il 50% delle piste necessita un innevamento artificiale. In Austria per esempio sono oltre il 75% le stazioni sciistiche che non possono sopravvivere senza i cannoni da neve.
Essenziali per sopravvivere - Eppure, malgrado i costi, Mumenthaler nota che ogni anno le stazioni svizzere investono milioni di franchi in questi impianti: «La maggior parte dei casi si tratta di ampliare oppure modernizzare la struttura».
Una tendenza confermata dai progetti in cantiere alla stazione di Elm, nel canton Glarona. Nel 2025 inizieranno i lavori per un nuovo impianto di innevamento artificiale. «È essenziale per la nostra sopravvivenza», ha dichiarato il direttore Stefan Elmer. Un quarto del fatturato annuale viene infatti generato tra metà dicembre e metà gennaio. Senza neve sarebbe un problema.
La neve artificiale, però, non è l'unica soluzione. «I costi dell’innevamento artificiale sono troppo elevati per noi», ha ammesso Patrick Arnet, responsabile impianti di risalita di Coira-Dreibündenstein, nei Grigioni. L’anno scorso la stagione era stata purtroppo chiusa in anticipo proprio per mancanza di neve. Arnet ha deciso quindi di concentrare le attività anche alla stagione estiva che, secondo i dati che ha fornito al Blick, genera già più del 50% del fatturato.