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SCIAFFUSAResta in carcere il boss di Sarco, l'avvocato «violati i diritti della difesa»

15.11.24 - 15:14
Ci vorranno ancora diverse settimane prima di sapere se verrà disposta la scarcerazione.
AFP
Fonte NZZ
Resta in carcere il boss di Sarco, l'avvocato «violati i diritti della difesa»
Ci vorranno ancora diverse settimane prima di sapere se verrà disposta la scarcerazione.

SCIAFFUSA - Florian Willet, co-presidente dell'organizzazione The Last Resort, inventore della capsula Sarco, rimane dietro le sbarre indagato per omicidio intenzionale in relazione alla prima morte nella capsula suicida. Ma il suo avvocato non ci sta e attacca le autorità di Schaffhausen per «diverse violazione dei diritti della difesa».

I fatti - Ma come si è arrivati fino alla situazione attuale? Innanzitutto bisogna partire da quel 23 settembre, quando una donna americana di 64 anni è stata la prima persona a morire nella controversa capsula Sarco, in un'area boschiva di Sciaffusa. Solo una persona dell'organizzazione The Last Resort, che ha fornito la capsula, era presente: il membro del consiglio di amministrazione Florian Willet.

La polizia lo ha portato via e ora è in custodia preventiva da settimane. Tuttavia, la Procura di Sciaffusa sta indagando non solo per la violazione del divieto di suicido assisto ma anche per omicidio intenzionale: non si può escludere che la donna americana sia morta a causa di un'influenza esterna. Secondo la Procura, infatti, la donna avrebbe riportato ferite al collo.

I filmati che documentano gli eventi del 23 settembre, analizzati dal quotidiano olandese "De Volkskrant", dovrebbero scagionare Willet: non c'è nulla che faccia pensare che il coperchio del Sarco possa essere stato aperto dopo che la donna americana è entrata. Tuttavia, ci sarebbero delle lacune nei filmati - secondo i responsabili della Sarco, «perché le telecamere si attivavano solo quando veniva rilevato un movimento».

L'attacco della difesa - Intanto la Procura di Sciaffusa è avvolta nel silenzio sia verso i media, ma anche nei confronti dell'avvocato di Florian Willet, Petar Hrovat. In un'intervista alla NZZ, il difensore ha criticato aspramente la procedura: «Non ci è stato dato accesso ai documenti. Si tratta di una palese violazione dei diritti della difesa». E anche il rapporto dell'autopsia non è ancora disponibile. Hrovat sostiene di non sapere quali prove ci possano essere per un omicidio volontario nonostante la stessa Procura avesse presentato un documento in cui si affermava che «non era stato trovato DNA di Willet nella zona del collo del defunto».

E anche sul fronte della collaborazione i pareri divergono. «Il mio cliente sta collaborando pienamente e non ha intenzione di nascondere nulla», afferma Hrovat, aggiungendo che Willet ha rilasciato dichiarazioni dettagliate e non si è opposto all'analisi del suo cellulare e del tablet.

Secondo il De Volkskrant, il tedesco ha anche aspettato per circa due ore accanto alla capsula Sarco dopo aver segnalato il tutto alla polizia, finché le autorità di Sciaffusa non sono arrivate nell'area boschiva.

Altri elementi controversi - L'inventore della Sarco Philip Nitschke e sua moglie Fiona Stewart hanno assistito alla prima della capsula da una distanza di sicurezza. Tuttavia si sono offerti di presentarsi «per un interrogatorio», scrive The Last Resort in un comunicato stampa. Offerta rifiutata dall'autorità giudiziaria.

L'avvocato difensore Hrovat si è poi dichiarato contro la decisione del tribunale di respingere la richiesta di scarcerazione nonostante l'ufficio del ministero pubblico non avesse presentato alcun nuovo fascicolo rispetto all'udienza del 25 settembre, durante la quale il tribunale aveva approvato la custodia cautelare.

Futuro - L'avvocato Hrovat vuole ora appellarsi all'Alta Corte di Schaffhausen nella speranza che riveda la decisione. In caso di insuccesso, avrebbe ancora la possibilità di adire il Tribunale federale. Ma finché i giudici di Losanna non avranno preso una decisione, passeranno ancora alcune settimane e Willet resterà dietro le sbarre.

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