Il nostro Paese è il quarto al mondo per maggior numero di URL contenenti immagini pedopornografiche. Ma il Governo si muove a rilento.
BERNA - Le leggi svizzere facilitano i pedocriminali. È quanto è emerso da uno studio pubblicato da Internet Watch Foundation. La Svizzera è infatti risultata il quarto Paese al mondo per il 2023 nell’ospitare pagine web contenenti immagini pedopornografiche e di abusi su minori. Solo i Paesi Bassi, gli Stati Uniti e Hong Kong hanno fatto peggio.
La causa? Una grave lacuna nel nostro quadro legale, riporta l’Aargauer Zeitung. In Svizzera, a differenza di quanto accade nell’Unione Europea, i fornitori di hosting (i quali rendono accessibile il contenuto di un sito web su internet) non sono infatti obbligati a bloccare né a segnalare contenuti illegali presenti sui siti web che ospitano sui loro server.
Numeri da capogiro - E proprio per questo motivo, secondo la Internet Watch Foundation, gli URL ospitati da server svizzeri in cui sono stati rilevati contenuti pedopornografici sono lievitati esponenzialmente, passando da 637 nel 2022 a 22'569 nel 2023.
Questo, spiega l'ONG, è dovuto principalmente a due siti nello specifico, ciascuno dei quali ospita migliaia di immagini di abusi sessuali su minori. Il che «dimostra l'impatto che anche solo uno o due host scellerati possono avere sulla distribuzione di materiale pedopornografico attribuita a un determinato Paese».
A Berna qualcosa si muove... ma lentamente - Nonostante queste allarmanti risultanze, al momento il Consiglio federale non ha ancora preso alcun provvedimento. A settembre la consigliera nazionale Christine Bulliard-Marbach ha quindi presentato una mozione nella quale chiede al Governo federale di colmare questa lacuna legale.
Nel concreto la parlamentare chiede che la Svizzera segua l’esempio dell’Unione Europea, che da inizio 2024 ha introdotto l’obbligo per i fornitori di hosting di bloccare o rimuovere i contenuti illegali, nonché di segnalarli alle autorità. Attualmente nel nostro Paese quest'obbligo è infatti in vigore solo per le società di telecomunicazione come Swisscom, Sunrise, Salt...
La mozione è stata accettata, sottolinea infine il quotidiano argoviese, ma Berna si sta muovendo lentamente e non sembra avere fretta di regolamentare il Far West pedopornografico rossocrociato.