Un politologo commenta così lo stop al potenziamento delle autostrade, mentre alcuni giornali vedono un messaggio a favore del clima.
BERNA - Il "no" al potenziamento della rete autostradale rappresenta un trionfo del campo ecologista, secondo il politologo Michael Hermann. «Vediamo chiaramente nei nostri sondaggi che la Svizzera soffre di dolori della crescita», ha detto in un'intervista alle testate del gruppo Tamedia.
Molti hanno la sensazione che il Paese cresca troppo velocemente e temono una Svizzera sempre più grigia e cementificata. Anche il denaro potrebbe aver giocato un ruolo fondamentale: in tempi di austerità, si pensa due o tre volte prima di decidere se un investimento di diversi miliardi nelle strade sia necessario, ha dichiarato.
Il "sì" di misura al finanziamento uniforme delle prestazioni (EFAS) viene definito dal politologo come «una piccola sensazione». Lo interpreta come un argomento forte contro la teoria secondo la quale esiste una crisi di fiducia tra la popolazione e i politici.
Il doppio "no" ai progetti di legge sulla locazione può essere interpretato come un voto contro l'aumento degli affitti e a favore di una maggiore protezione degli inquilini, ha dichiarato Hermann, anche se è chiaro che non ci sarà una soluzione semplice, almeno per quanto riguarda l'incremento delle pigioni.
La rassegna stampa: «No per il clima. Una sconfitta di Rösti»
La stampa romanda vede nel "no" all'estensione delle autostrade un messaggio a favore del clima, mentre nella Svizzera tedesca gli editoriali prendono di mira soprattutto la sconfitta dell'UDC e del ministro dei trasporti Albert Rösti.
Secondo La Liberté, l'aver respinto l'ampliamento autostradale è un messaggio climatico. Piuttosto che in una struttura superflua, la Confederazione deve investire maggiormente nei trasporti pubblici, sottolinea il quotidiano friburghese. «Accusata di mancanza di ambizione in favore del clima, la Svizzera dimostra con il voto di non aver rinunciato a ogni azione politica in questo ambito».
Il Blick in lingua francese sottolinea dal canto suo la buona scelta, ricordando allo stesso tempo che il problema rimane: «L'urgenza c'è», fra riscaldamento climatico e i nostri bisogni in materia di mobilità. In tutto questo la Svizzera non ha alcun piano per affrontare il dilemma.
Il "no" è però anche quello di una Svizzera «che ha paura di crescere», stima Le Temps. Le autorità devono prendere sul serio questo segnale, quando nel 2026 o 2027 si dovrà votare sull'iniziativa UDC «No a una Svizzera da 10 milioni!». «Fra timori legati alla migrazione da un lato e tentativi di decrescita dall'altro, il risultato potrebbe essere molto diverso» rispetto alla votazione sull'iniziativa Ecopop, respinta una decina d'anni or sono.
Secondo 24 Heures e la Tribune de Genève, il "no" è anche una sconfitta del campo borghese. «Sulla carta, lo scrutinio era impossibile da perdere. Sostenuti dal Consiglio federale e approvati dal Parlamento, i progetti di estensione delle autostrade avevano il sostegno di Centro, PLR e UDC, i cui elettori sono in maggioranza in Svizzera. Senza dimenticare che con 4 milioni di franchi i sostenitori hanno speso di più rispetto ai 2,7 milioni degli oppositori».
Sconfitta per la destra - Con le altre recenti vittorie della sinistra, come la 13esima AVS, molti giornali della Svizzera tedesca vedono una sorta di richiamo all'ordine del popolo nei confronti della destra e del consigliere federale Albert Rösti.
Il Tages-Anzeiger parla addirittura di clamoroso schiaffo per il "ministro" dei trasporti. Forse «era lui stesso parte del problema». Se i piani di estensione erano stati creati da un predecessore, l'ex lobbista di petrolio e automobili era considerato come «il mandante», sottolinea il quotidiano zurighese.
Secondo il portale blick.ch, il "no" è dovuto ad un'alleanza «contro natura». «Gli ambienti di sinistra hanno votato "no" perché volevano proteggere il clima. Perché non volevano cementificare il Paese. A destra, i democentristi hanno votato contro il progetto perché gli agricoltori non volevano sacrificare i loro terreni. Perché gli elettori dell'UDC sono convinti che si possano sgombrare le autostrade se l'immigrazione viene limitata».
La Neue Zürcher Zeitung mette invece in evidenza la campagna intelligente, a volte al limite, degli oppositori. Hanno condotto una «campagna saggiamente orchestrata che ha fatto dei progetti una questione di principio», constata il giornale.