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SVIZZERAMeret Schneider, l'anoressia e l'impegno politico

01.12.24 - 23:00
Pronta a tornare al Nazionale per la sessione invernale, in un'intervista parla per la prima volta del suo disturbo alimentare.
20min/Matthias Spicher
Fonte Sonntagszeitung
Meret Schneider, l'anoressia e l'impegno politico
Pronta a tornare al Nazionale per la sessione invernale, in un'intervista parla per la prima volta del suo disturbo alimentare.

ZURIGO - Domani inizia la sessione invernale alle camere federali. E Meret Schneider, 32 anni, è pronta a tornare in Parlamento dopo le dimissioni anticipate di Bastien Girod. In un'intervista alla Sonntagszeitung rivela la sua proposta politica e racconta per la prima volta del disturbo alimentare di cui è affetta, l'anoressia.

«Vi ho lottato per molto tempo», ha dichiarato. Ammettendo di aver sempre pensato di potersela cavare da sola. «Ovviamente non è così», dice la politica dei Verdi, reduce da un trattamento al Centro per i disturbi alimentari dell'Università di Zurigo.

La spinta per cercare finalmente aiuto è arrivata proprio cinque settimane fa, dopo aver saputo di poter tornare a fare parte del Consiglio nazionale. «Ho bisogno di energia e stabilità per questo lavoro impegnativo», afferma. È la prima volta che l'esponente dei Verdi sceglie di parlare del disturbo alimentare di cui è affetta. Ne soffre fin dall'infanzia. «Di tanto in tanto avevo delle fasi remissive in cui mettevo su un po' di peso, poi ricadevo nei vecchi schemi».

In clinica ha dovuto allenarsi a mangiare regolarmente e in modo equilibrato, con l'obiettivo di aumentare di peso ogni settimana. «Il cibo non può più essere una ricompensa, è il carburante di cui il mio corpo ha bisogno», spiega Schneider. Ha poi elaborato un piano chiaro con un nutrizionista, in modo da tenere sotto controllo i suoi comportamenti, ha sottolineato.

Un'iniziativa per controllare la popolazione felina - Oltre alla sua battaglia contro l'anoressia, alla Sonntagszeitung ha altresì parlato della prima iniziativa che intende presentare al Nazionale. Riguarda i gatti: in Svizzera ne vivono quasi due milioni, «innumerevoli sono trascurati», dice. Il suo intento è portare alla luce la situazione al limite dei rifugi per animali. Schneider ha sentito parlare di gattini annegati, picchiati a morte o abbandonati. «Con la mia iniziativa - ha affermato - voglio ottenere l'obbligo di registrazione e castrazione a livello nazionale per i gatti randagi. È l'unico modo per limitare «la massiccia sovrappopolazione». Porterà avanti questo intento, malgrado non ne abbia uno.

Riflessione sul suo partito - Schneider riflette infine sul suo partito. L'impressione è che ci sia un forte «riflesso anti-verde. A mio parere - ha detto - dobbiamo concentrarci di più sul far appassionare il grande pubblico al movimento ecologista»

Finora la comunicazione si è rivolta principalmente a un pubblico già «molto convinto, molto ecologico, molto intellettuale». Questa situazione deve cambiare, in modo che anche «le persone senza un diploma di scuola superiore» si sentano ascoltate.

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