Un diplomatico egiziano fu ucciso nel 1995 in un parcheggio sotterraneo di Ginevra. Il suo presunto killer è stato arrestato solo nel 2018.
BELLINZONA - Il Tribunale penale federale (TPF) si occupa da oggi di un caso rimasto a lungo misterioso: l'omicidio di un diplomatico egiziano avvenuto nel 1995 nel garage sotterraneo del suo appartamento a Ginevra. Sul banco degli imputati ci sono un venditore di auto e una presunta complice.
La sera del 13 novembre 1995, un membro dell'ufficio commerciale della Missione egiziana a Ginevra è stato ucciso con sei colpi di pistola al petto e all'addome. Per oltre 20 anni, la polizia non è riuscita a trovare nulla. Finché, nel 2018, ha iniziato a sospettare di un venditore di auto accusato di stupro e aggressione.
Condannato a più riprese in Francia e in Svizzera, questo cinquantenne italo-ivoriano è ora accusato dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) di aver sparato al diplomatico. Assieme a lui compare davanti alla corte anche una cittadina italo-svizzera, sospettata di aver contribuito alla fabbricazione del silenziatore.
I due sono accusati di assassinio e complicità in assassinio. A oggi, il presunto colpevole non ha rivelato chi fossero i mandanti del delitto né la somma di denaro ricevuta per questo «contratto».
Il processo inizia oggi. L'udienza sarà poi aggiornata per riprendere il 9 dicembre e i giorni successivi. La sentenza è prevista per il 27 gennaio. Fino alla sentenza definitiva, vale la presunzione di innocenza per i due imputati.