Il caso di due insospettabili gioiellieri, che facevano la spola trasportando contanti e metallo giallo e il grande lavoro per incastrarli.
ZURIGO - Due uomini apparentemente insospettabili che si recavano in quel di Milano (ma anche nella vicina Germania o fin nei Paesi Bassi) portando con sé vere e proprie montagne di contanti, trasportati in borse da palestra o anche infilati nelle intercapedini delle loro auto.
Una volta arrivati oltreconfine, soprattutto nei Compro Oro nel Milanese, acquistavano metallo giallo che poi fondevano in lingotti in quel di Zurigo e trasportavano in aereo alla volta di Dubai o in Turchia.
Con questo “mestiere” un 63enne e un 53enne svizzeri - stimano gli inquirenti che sono riusciti ad ammanettarli, assieme ad altri 8 complici, nel giugno dello scorso anno - la coppia è riuscita a ripulire svariate decine di milioni verosimilmente frutto del narcotraffico.
La facciata usata dal duo è una rinomata gioielleria nell'hinterland zurighese, lì vengono ricevuti i messaggini - che venivano cancellati immediatamente - sulle indicazioni di dove recarsi per ritirare i contanti che andranno “investiti” all'estero.
A “uscire” è praticamente sempre il più anziano dei due, probabilmente perché dall'aspetto più rispettabile, che finirà per essere fermato due volte dalle autorità italiane e tedesche, per poi essere rilasciato
I due sono estremamente sfuggenti tanto che l'unica cosa che ha permesso di incastrarli è stata la breccia da parte di Europol nel servizio di messaggistica criptata Sky ECC. Fra i miliardi di messaggini, infatti, diversi li riguardavano.
Malgrado ciò il lavoro degli inquirenti è stato tutt'altro che in discesa. Stando a quanto riportato dal quotidiano svizzerotedesco si può collegare la coppia a esponenti del narcotraffico ma è più complicato fare lo stesso con le somme trasportate ai proventi della vendita di droga.
In totale si stima che i corrieri zurighesi abbiano spostato 34 milioni di euro, 1 milione di franchi svizzeri e 830 kg di oro in pochi anni. Tutto per un profitto stimato attorno al mezzo milione di franchi.
Messi immediatamente in detenzione preventiva, tre settimane hanno finito per accettare un accordo con la Procura - con la quale hanno deciso di collaborare, confessando i loro reati - e il tutto dovrebbe risolversi in rito abbreviato.
Ora la palla passa al Ministero pubblico che dovrà decidere se accettare o rifiutare la proposta degli avvocati difensori.