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SAN GALLOUn kebabbaro intossica i bambini, ma è "protetto" dall'anonimato

03.12.24 - 18:19
L’obbligo di riservatezza nei controlli igienici dei ristoranti è tornato a far discutere dopo un recente caso a San Gallo.
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Fonte 20Minuten
Un kebabbaro intossica i bambini, ma è "protetto" dall'anonimato
L’obbligo di riservatezza nei controlli igienici dei ristoranti è tornato a far discutere dopo un recente caso a San Gallo.

SAL GALLO - A metà novembre, la Procura di San Gallo ha riconosciuto un 33enne, gerente di un ristorante kebab, colpevole di manipolazione degli alimenti negligente e dannosa per la salute, manipolazione non autorizzata di alimenti od oggetti di uso quotidiano e violazione delle norme sulla manipolazione igienica di alimenti o di uso quotidiano.

Sei persone, tra cui cinque bambini, erano rimaste infatti intossicate dopo aver mangiato la carne del suo ristorante. Durante le ispezioni, le autorità avevano riscontrato gravi carenze igieniche.

Riservatezza o diritto dei consumatori? - Fin qui tutto normale. Eppure nel canton San Gallo la polemica non si è placata. La ragione? L'obbligo di riservatezza. Il nome del ristorante non è infatti mai stato menzionato. Insomma, nessuno sa quale kebab è implicato nella vicenda. «Sono anni che ci battiamo contro questa riservatezza», spiega a 20Minuten Sara Stalder, direttrice della Fondazione per la protezione dei consumatori (SKS). 

Più di dieci anni fa è stata discussa in Parlamento una legge sugli alimenti, che avrebbe dovuto regolare la riservatezza degli organismi di controllo. Tuttavia, i grandi sforzi per consentire una maggiore trasparenza non hanno ancora avuto successo.

«Più trasparenza» - «Vogliamo più trasparenza per i consumatori», rincalza Stalder. «Perché proteggere chi lavora in modo non igienico? In questo modo si danneggia l'intero settore». Secondo lei, i cittadini hanno il diritto di sapere cosa mangiano e se le norme igieniche vengono rispettate. «Se qualcosa non è conforme alle norme, deve essere chiaramente etichettato».

La modifica della legge non tornerà in aula prima dell’anno prossimo. Nell’attesa, Stadler chiede che vengano concesse alcune deroghe. Nello specifico? «Un registro che renda accessibili i risultati dei controlli igienici». In questo modo i consumatori possono valutare la scelta del ristorante in base ai risultati. Per esempio può capitare che «nell’ultima ispezione siano stati segnalati alcuni problemi, ma che invece in tutte le precedenti il ristorante rispettava le norme igieniche».

Non tutti sono d'accordo - Nel lato opposto della barricata però il campo di chi è a favore dell’obbligo di riservatezza è compatto. «Se tutto venisse reso pubblico, le conseguenze per la reputazione delle imprese potrebbero essere devastanti», sottolinea un portavoce di Gastrosuisse.

La stessa associazione, come spiegato a 20Minuten, non conosce nemmeno i nomi degli esercizi che hanno ottenuto risultati negativi nelle ispezioni igieniche, in quanto tali ispezioni vengono effettuate dalle autorità e non da Gastrosuisse.

Insomma, sbarazzarsi di un'etichetta negativa non è affatto semplice. Questo è in sostanza il pensiero dei difensori dell’obbligo di riservatezza. « Per prevenire questi danni a lungo termine, Gastrosuisse si impegna attivamente a proteggere le aziende da inutili danni alla loro reputazione».

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