Il Consiglio federale non ritiene necessarie misure per monitorare le dipendenze da oppioidi. Tuttavia l'ombra del fentanyl incombe
ZURIGO - «Negli Stati Uniti, ogni sette minuti, una persona muore a causa del consumo di fentanyl», ha scritto la consigliera agli Stati Maya Graf (Verdi) in un'interpellanza.
Graf ha chiesto al Consiglio federale, tra le altre cose, se la Svizzera stia facendo abbastanza per prevenire un'analoga epidemia. Il Governo ha risposto sottolineando un calo dei tossicodipendenti negli ultimi anni.
Tuttavia Philip Bruggmann, direttore di Arud (uno dei principali istituti di medicina delle dipendenze in Svizzera), critica l'inazione del Governo federale.
Interpellato dal TagesAnzeiger, il dottor Bruggmann spiega il punto di vista dal suo osservatorio privilegiato: «Negli ultimi anni - fa notare - abbiamo osservato un aumento di casi legati a dipendenze da antidolorifici. Non è un bene, occorre prevenire questo fenomeno».
Un aumento che, sottolinea, si sta verificando nonostante la maggior accortezza nel prescrivere questi farmaci: «Le persone che vediamo oggi nei centri per le dipendenze hanno spesso ottenuto prescrizioni a base di oppioidi molti anni fa. Spesso per ragioni valide, come dopo un intervento chirurgico. Col tempo, però, sono diventate dipendenti e hanno iniziato a procurarsi questi farmaci da altre fonti. Alcuni sono passati al consumo di eroina».
Per prevenire il fenomeno, fa notare Bruggmann, è «fondamentale riconoscere per tempo la situazione di queste persone e intervenire rapidamente». Per il medico, insomma, non si dovrebbero lasciare soli i pazienti che assumono antidolorifici potenti, ma bisognerebbe assisterli lungo tutto il percorso. «Tuttavia, quando il consumo diventa cronico, è molto difficile che ne escano in tempi brevi. Preoccupa anche una tendenza tra i giovani a provare gli oppioidi, influenzati da rappresentazioni positive nella musica».
Tendenza, questa, agevolata dalla facilità nel reperire questi farmaci. «Trovano una confezione iniziata nell'armadietto dei medicinali dei genitori o li acquistano sul dark web».
La dipendenza, prosegue l'esperto, si sviluppa rapidamente. «Il corpo si abitua e le persone hanno bisogno di dosi sempre più elevate. Gli oppioidi hanno un effetto euforizzante e calmante. Per chi è sotto stress a causa di un trauma, soffre di depressione o altre malattie mentali, è particolarmente attraente».
Per Bruggmann, il Consiglio federale e l'Ufficio federale della sanità pubblica sottovalutano il problema: «Probabilmente non affronteremo una crisi da fentanyl come negli Stati Uniti. Il grande timore è che sul mercato nero in Svizzera appaia eroina mescolata con fentanyl, con conseguenze letali anche per i consumatori abituali di eroina. Quando arriverà sul mercato, porterà in pochi giorni a numerosi morti».
Secondo il medico, c’è ancora tempo per prepararsi, ma manca una guida coordinata da parte di Berna. «L'Ufficio federale della sanità pubblica tende a minimizzare, affermando che al momento non c'è un problema rilevante in Svizzera». «Quello che si potrebbe fare - conclude - è testare regolarmente l'eroina consumata per strada, per rilevare tempestivamente la presenza di fentanyl e anticipare una crisi. Sarebbe anche cruciale avere a disposizione grandi quantità di naloxone, un antidoto che può salvare delle vite in caso di overdose».