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Abitanti del comune argoviese hanno depositato un reclamo contro l'Ufficio federale dell'energia per denegata giustizia.
AARAU - Abitanti della zona della centrale nucleare di Leibstadt (AG) hanno depositato un ricorso contro l'Ufficio federale dell'energia (UFE) per denegata giustizia. Sostengono che la Confederazione avrebbe dovuto studiare l'impatto ambientale considerando i tanti anni di vita del reattore.
La centrale nucleare festeggerà il 15 dicembre i 40 anni di operatività, ricordano oggi Greenpeace, la Fondazione svizzera dell'energia (SES) e l'Associazione della protezione nucleare, che sostengono la procedura depositata ieri presso il Tribunale amministrativo federale (TAF). Dal loro punto di vista un tale passo corrisponde a un prolungamento dell'operatività.
«La Svizzera sfrutta il più vecchio parco nucleare al mondo. Ne risulta un inevitabile rischio residuo di incidenti con conseguenze potenzialmente catastrofiche», sottolineano le tre organizzazioni.
Gli abitanti della zona avevano depositato in febbraio una domanda per lo studio d'impatto ambientale al Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC). Né l'UFE né il DATEC sono però entrati in materia, viene deplorato nella nota. I ricorrenti denunciano una «politica del fatto compiuto».
Il Consiglio federale aveva sostenuto nel 2021 che uno studio simile non sarebbe servito, siccome in Svizzera non esiste un limite di durata di vita di una centrale nucleare. Non vi è quindi un vero prolungamento in senso stretto del loro utilizzo, nemmeno al 40esimo anno di operatività.
