Il Consiglio nazionale ha bocciato di misura una mozione depositata dopo l'incidente accaduto nel tunnel di base
BERNA - La responsabilità in materia di rischi per i detentori di carri merci non sarà rivista. Il Consiglio nazionale ha bocciato di misura - con 91 voti contro 89 e 4 astenuti - una mozione depositata dopo l'incidente accaduto nel tunnel di base del San Gottardo, provocato da una ruota difettosa di un vagone tedesco.
Di norma, attualmente la responsabilità nel caso di incidenti ricade sul trasportatore, nel caso in questione su FFS Cargo, e ciò anche se i vagoni trainati non sono di sua proprietà. Il problema, ha sottolineato Matthias Jauslin (PLR/AG) a nome della commissione, è che, essendo i vagoni di un proprietario terzo, FFS Cargo non è competente per la loro manutenzione e non ha nemmeno influenza o diritti di codecisione in tale ambito.
Secondo il diritto vigente, in caso di incidente, il detentore del carro risponde soltanto se l'impresa ferroviaria può dimostrarne la colpa. Un difetto al vagone non è sufficiente. Del resto, né per l'incidente di Daillens nel 2016 né per quello di Viareggio (Italia) nel 2009 le imprese ferroviarie sono riuscite a dimostrare la colpa del proprietario del carro. Nel caso del deragliamento sotto il San Gottardo, FFS Cargo, quale trasportatore, sarà ritenuto con grande probabilità responsabile dell'incidente.
Alla luce di queste considerazioni, la Commissione dei trasporti si è mossa depositando la mozione discussa oggi, che propone di introdurre una responsabilità in caso di rischio per i detentori di carri. Per quest'ultimi dovrebbe inoltre essere introdotto l'obbligo di assicurazione, ha evidenziato Jauslin.
Nel suo intervento Benjamin Giezendanner (UDC/AG) ha denunciato il fatto che la misura sarebbe introdotta in modo unilaterale. La Svizzera sarebbe l'unico Paese europeo a conoscere questa disposizione. Ciò genererebbe non pochi problemi considerando la quantità di vagoni che sono immatricolati all'estero, ha spiegato l'argoviese.
Giezendanner ha parlato anche del corridoio ferroviario Genova - Rotterdam, dove la Svizzera si situa al centro. Se le disposizioni assicurative vigenti nella Confederazione dovessero essere diverse dagli altri Paesi attraversati, ha sostenuto, la linea diventerebbe meno attrattiva.
Lo stesso discorso vale per il traffico a carri isolati all'interno del nostro Paese, che conoscerebbe inevitabilmente un forte aumento dei costi. Insomma, non è il caso di svantaggiare il settore ferroviario, già in difficoltà, rispetto al trasporto su strada, ha concluso l'argoviese convincendo il plenum.