A chiederlo, dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, è il consigliere nazionale Lorenzo Quadri
Dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria, la Svizzera ha sospeso 500 procedure d’asilo pendenti di cittadini siriani. «Questa misura, pur doverosa, non è sufficiente. Tanto più che il blocco dei rimpatri forzati deciso nel 2011 rimane in vigore», spiega Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi.
E proprio sul tema, il deputato ha presentato un'interpellanza al Consiglio federale. «La mutata situazione in Siria deve ovviamente portare ad una rapida rivalutazione della situazione dei richiedenti l’asilo siriani presenti nel nostro paese. A maggior ragione di quelli che commettono reati e/o che dipendono da aiuti sociali. L’Austria ha dal canto suo annunciato l’allestimento di un “programma di rimpatri e di espulsioni”, dando la priorità a persone che delinquono o che sono a carico dello stato sociale. Anche la Svizzera deve fare la stessa cosa».
Premesse che sfociano in una serie di domande a partire dalla richiesta di sapere se il Consiglio Federale stia preparando, analogamente all’Austria, un “piano di rimpatri e di espulsioni” per i migranti siriani che hanno ottenuto asilo in Svizzera asserendo di essere in fuga dal regime di Assad.
In caso negativo, «per quale motivo?». Inoltre con quali tempistiche «intende il Consiglio federale rimpatriare gli asilanti siriani che delinquono o che sono a carico dello stato sociale? Quando intende il Consiglio federale riattivare i rimpatri forzati?», conclude Quadri.