Il nuovo presidente: «Se non negoziamo nulla, non possiamo migliorare nulla»
BERNA - Beat Imhof, il nuovo presidente della federazione del ramo alberghiero e della ristorazione GastroSuisse, vuole riprendere le trattative per un contratto collettivo di lavoro (CCL) nel 2025, dopo 5 anni di stallo. «Non c'è nulla da guadagnare temporeggiando», afferma.
L'unica via d'uscita è sedersi al più presto al tavolo dei negoziati con i sindacati, ha dichiarato Imhof in un'intervista pubblicata oggi dai giornali in lingua tedesca del gruppo Tamedia. «Non intendo dire che dobbiamo accettare tutte le loro richieste senza pensarci due volte», ha avvertito. Ma il contratto collettivo di lavoro (CCL) garantisce la stabilità del settore, ha sottolineato. «Se non negoziamo nulla, non possiamo migliorare nulla». L'attuale situazione è negativa per l'immagine della categoria.
HotellerieSuisse favorevole - La federazione degli alberghi svizzeri HotellerieSuisse, che è uno dei partner contrattuali del CCL, vuole rinegoziarlo «per renderlo più attraente per i dipendenti», aveva dichiarato il suo presidente Martin von Moos a gennaio. Egli ha criticato la riluttanza di GastroSuisse ad avviare trattative.
Cinque anni fa, GastroSuisse ha deciso di sospendere i negoziati per un nuovo CCL. L'ex presidente della federazione alberghiera e della ristorazione, Casimir Platzer, aveva dichiarato in gennaio che le trattative sono state sospese «fino a quando i sindacati non smetteranno di scavalcare punti importanti del CCL con disposizioni di legge».
Secondo Stefan Unternährer, che ha condotto le trattative per conto delle organizzazioni dei lavoratori, si riferiva alla partecipazione di Unia e Syna alla raccolta di firme per iniziative sul salario minimo in due cantoni.