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SVIZZERA«Batman a difesa dei bambini»: chi sono i cacciatori di pedofili in azione in Svizzera

15.12.24 - 15:45
Il team Moore è entrato in azione anche nella Confederazione. Ma non sempre le iniziative private sono apprezzate dalla polizia.
GettyImages
Fonte NZZ am Sonntag
«Batman a difesa dei bambini»: chi sono i cacciatori di pedofili in azione in Svizzera
Il team Moore è entrato in azione anche nella Confederazione. Ma non sempre le iniziative private sono apprezzate dalla polizia.
I casi recenti accaduti in Ticino.

BERNA - Adescare, smascherare, denunciare. Gruppi privati in tutto il mondo danno la caccia ai pedofili su internet. Uno di questi, il team Moore, sta festeggiando i suoi primi successi anche in Svizzera.

L’intervista - Lo riporta la NZZ am Sonntag. Il domenicale ha intervistato una componente della squadra: la donna, per 20 ore la settimana, attraverso la creazione di un profilo falso, si infiltra in diverse chat fingendo di essere una minorenne. «Appena attivo il profilo, ricevo centinaia di richieste da parte di uomini».

Come funziona - Alcuni di loro, «dopo un breve scambio, chiedono foto di nudo o vogliono organizzare incontri - racconta - altri, invece, prima di palesare la richiesta cercano di costruire un rapporto di fiducia. Altri ancora si fingono minorenni. Tutti, però, alla fine, domandano le stesse cose: foto, incontri, sesso». L’attività della donna e quella del team Moore hanno portato, in Svizzera, alla denuncia di un uomo residente nel canton Vaud, poi successivamente arrestato dalla polizia.

Le motivazioni - Secondo il professore di Etnografia Mark de Rond, i componenti del gruppo si vedono come aiutanti delle autorità «nella lotta contro il male». Come se fossero dei «Batman a difesa dei bambini». In alcuni casi, continua de Rond, i cacciatori sono stati «vittime di abusi che vogliono risparmiare ad altri bambini il destino che hanno subito».

Le regole - Per fare parte del team Moore, è necessario avere la fedina penale pulita. Inoltre, è obbligatorio firmare lo statuto. Le conversazioni sui social network sono strettamente controllate. I membri del Team Moore usano le loro foto, ringiovanite con filtri, per illustrare i loro profili. L’età degli adolescenti è chiaramente indicata e ribadita nelle conversazioni. E sono sempre i predatori che devono entrare in contatto con i bambini. Dal 2019, in totale, il gruppo ha presentato quasi 500 denunce in tredici paesi. Grazie a questi numeri, la squadra gode anche di un grande sostegno politico, soprattutto in Francia. Procuratori, politici e persino il presidente Emmanuel Macron hanno già espresso il loro apprezzamento.

I problemi - In generale, sebbene i cacciatori di pedofili godano di simpatia e sostegno popolare, sono guardati spesso con sospetto dalle forze dell’ordine. Le ragioni sono diverse: per esempio, le iniziative private possono, in alcuni frangenti, ostacolare le indagini in corso. Inoltre, la caccia porta con sé dei rischi: non si sa mai come il presunto autore del reato possa reagire qualora fosse scoperto. Ci sono casi poi in cui le persone si trasformano in "giustizieri", compiendo azioni punibili penalmente.

Una ventina a "caccia" di pedofili in Ticino - Lasciando da parte il team Moore, per quanto riguarda la caccia ai presunti pedofili, nel nostro cantone, diciotto minorenni, tra i 14 e i 17 anni, e un 18enne sono stati fermati tra il 1° e il 3 ottobre dalla Polizia cantonale. Le ipotesi di reato promosse a vario titolo sono di lesioni gravi, aggressione, coazione, rapina, sequestro di persona ed estorsione.

Le reti social - Stando a quanto riferito dalla Polizia cantonale, i giovani sfruttavano le reti social, avvalendosi anche di profili fittizi, per entrare in contatto con persone intenzionate ad avere degli incontri a connotazione sessuale, organizzando quindi un appuntamento che si tramutava in una spedizione punitiva. I fatti venivano quindi filmati e in parte condivisi con terzi.

Una pagina Instagram privata, «una decina» di adescamenti - In una diretta streaming pubblicata su Twitch lo scorso giugno, attualmente non disponibile, uno dei ragazzi appartenenti al gruppo aveva dichiarato che i presunti pedofili adescati «erano circa dieci». Uno dei quali, dopo una colluttazione, sarebbe poi stato arrestato a Lugano.

Quando è iniziato tutto - «È iniziato tutto quando un 35enne ha iniziato a tampinare una mia amica minorenne, mandandole foto di nudo e chiedendole di fare sesso», aveva spiegato raccontando ciò che ha spinto il gruppo a entrare in azione, organizzando le “spedizioni punitive” che poi venivano condivise su una pagina privata di Instagram.

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