Si verificano ancora troppi incidenti per l’imprudenza dei soldati con le armi da fuoco. I dati raccolti da un'inchiesta.
BERNA - Siamo alla caserma di Frauenfeld, nel canton Turgovia. Una recluta ventenne, durante l’ispezione dell’arma, preme il grilletto e fa esplodere un proiettile. In seguito il ragazzo è risultato positivo al test antidroga. Scena analoga a quanto avvenuto nel canton Svitto. Questa volta è stato un soldato di 24 anni a puntare la pistola contro la porta della camera e sparare un colpo per sbaglio.
Troppa imprudenza - Insomma, i casi di colpi vaganti continuano a macchiare la reputazione dell'esercito svizzero. In un'inchiesta del Blick sorprende però le punizioni inflitte ai soldati che si sono resi protagonisti di queste avventatezze. Malgrado siano state messe in pericolo delle vite, i "colpevoli" coinvolti hanno ricevuto multe di 10 giorni da 100 franchi e di 26 giorni da 80 franchi per inosservanza delle norme di servizio, tutte sospese.
Il giornale d’Oltralpe ha esaminato le decisioni emesse nell'arco di un mese. Dei 23 decreti penali esaminati, tre riguardavano sparatorie non intenzionali. La maggior parte delle condanne, invece, riguardava incidenti o infrazioni al codice della strada.
I numeri degli incidenti - Dati confermati anche dell'assicurazione infortuni Suva che fornisce un quadro più chiaro del fenomeno. Nel 2022, due militari sono stati feriti da proiettili mentre erano in servizio. Nel 2023 la cifra era salita a sei. Dei 140 incidenti avvenuti nello stesso anno, 80 riguardavano lesioni dentali, causate principalmente dall'impatto con i fucili quando si entra o si esce da un veicolo. Le lesioni all'udito sono invece al secondo posto, con 41 casi riportati nel 2023.
«La sensibilizzazione e la formazione a un uso sicuro e responsabile dell’arma sono di massima importanza», ha spiegato Mathias Volken, portavoce dell’esercito interpellato dal Blick. Oltre a ciò però i soldati devono attenersi a un regolamento molto preciso: chi detiene un’arma è obbligato a considerarla sempre carica e «non puntarla mai verso un obiettivo sul quale non si vuole sparare. Insomma, la prudenza è d’obbligo.