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SVIZZERAAperture domenicali, Berna pronta al pressing ma la strada resta impervia

18.12.24 - 11:51
Il Dipartimento di Guy Parmelin pronto a portarle sul tavolo del Consiglio Federale a inizio 2025. Gli ostacoli, però, non mancano.
Tipress/Alessandro Crinari
Fonte Berner Zeitung
Aperture domenicali, Berna pronta al pressing ma la strada resta impervia
Il Dipartimento di Guy Parmelin pronto a portarle sul tavolo del Consiglio Federale a inizio 2025. Gli ostacoli, però, non mancano.

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

BERNA - Se n'è parlato tanto, ed è un argomento che non fa l'unanimità.

L'apertura domenicale dei negozi dovrebbe finire sul tavolo del Consiglio Federale all'inizio dell'anno, su "spinta" del capo del Dipartimento federale dell'economia, formazione e della ricerca (DEFR) Guy Parmelin.

La proposta, scrivono i quotidiani del gruppo Ch Media, permetterebbe alle città più grandi di delimitare alcune zone turistiche in cui i negozi potranno rimanere aperti anche la domenica.

Un testo, questo, già messo in consultazione nel 2023 e rimasto “dormiente”. Un motivo potrebbe essere legato alle polemiche suscitate dalla fase preliminare: i favorevoli l'avevano ritenuta troppo blanda, mentre le forze politiche contrarie (sinistra e parti sociali) avevano criticato anche l'approccio elitario, che sgravava grandi catene e boutique di lusso di città già ricche.

Fra le città interessate, che da proposta devono avere almeno 60mila abitanti e un tasso di pernottamenti superiori al 50%, ci sono Zurigo, Ginevra, Lucerna, Basilea, Berna, Losanna e in Ticino anche Lugano. Detto questo non è ancora chiaro quale sarà la forma della proposta che il capo del DEFR porterà al cospetto dell'Esecutivo federale.

È verosimile che, prima di muoversi, si aspetterà fine gennaio con l'esito della votazione al Nazionale di un'iniziativa del canton Zurigo sull'aumento delle aperture domenicali a 12 l'anno, la cui approvazione sembra quasi certa.

La decisione di Parmelin, che di fatto riporta sullo stesso livello le località turistiche di pianura con quelle di montagna dove le aperture domenicali sono già prassi, secondo i sopracitati quotidiani svizzerotedeschi «non dovrebbe tardare a seguire».

Non è escluso che possano esservi degli adeguamenti ulteriori, per esempio l'apertura a più città o limitazioni nell'inventario di quello che può essere venduto (come è già il caso pure in Ticino, nei negozi aperti la domenica).

Dal punto di vista della legge, la questione delle aperture domenicali è piuttosto complessa. Da una parte c'è la Legge federale sul lavoro (LL) - che è di competenza della Confederazione - la quale regola l'assunzione e impiego di personale la domenica, e dall'altra ci sono i regolamenti cantonali sulle aperture che - ovviamente - sono di competenza dei singoli Cantoni.

Quindi, se Berna dovesse far valere il suo “peso” sulla LL, i contrari potrebbero comunque fare opposizione, tramite referendum, alle decisioni dei governi cantonali. Diversi dei quali, va detto, non sono particolarmente interessati all'eventualità. Il risultato, quindi, potrebbe essere uno scenario a macchia di leopardo in tutta la Svizzera.

E in Ticino? La popolazione a giugno 2023 si è detta favorevole alla modifica della legge sull'apertura dei negozi con una maggioranza non strabordante ma comunque netta (56,8% contro il 43,2% con un picco di favorevoli proprio a Lugano, del 63,6%).

I cambiamenti introdotti sono stati comunque piuttosto limitati (4 aperture domenicali all'anno, estensione possibile dell'orario nei festivi settimanali, più deroghe per le città turistiche).

La votazione, lo ricordiamo, era figlia di un referendum di sindacati e sinistra. Il dibattito in Parlamento che aveva portato alla decisione (poi oggetto della raccolta firme) era invece stato abbastanza acceso.


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