Dure critiche da parte dell'UDC per l'arrivo a Berna della presidente della Commissione europea che ha incontrato Viola Amherd.
BERNA - Viola Amherd, la Presidente della Confederazione con una valigia piena di soldi sul molo (la Svizzera) che chiede di salire su una nave che sta affondando (l’Unione europea). È con questa vignetta che l’UDC ha accolto oggi l’arrivo a Berna della presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen, che ha incontrato la presidente della Confederazione per concludere i negoziati tra Svizzera e Unione europea.
Accordi sui quali l’UDC da sempre sta facendo battaglia. Oggi più forte che mai. Anche con questa vignetta. «Il messaggio che lanciamo è che il Consiglio federale, con spirito assolutamente acritico, vuole sottoscrivere un accordo di sottomissione della Svizzera all'unione europea» evidenzia il presidente dell’UDC Ticino, Piero Marchesi. «Questo accordo prevede l'adozione automatica del Diritto europeo, in caso di controversie e quindi noi in futuro dovremmo rivolgerci ai giudici della Corte di giustizia europea per dirimerle. Mi sembra doveroso far notare che questo va in contrasto con quella che è l'essenza del nostro Paese e cioè che al popolo svizzero spetta sempre l'ultima parola. Qualora i contenuti del mandato negoziale venissero confermati oggi, noi dovremmo adottare automaticamente le leggi che crea Bruxelles, leggi di cui non avremmo nemmeno il diritto di poter mettere in discussione».
Inoltre c’è anche una questione economica che fa indignare gli oppositori agli accordi bilaterali: «Il contributo annuale che dobbiamo dare all’Unione europea passerebbe da 130 a 350 milioni di franchi l’anno. Una logica, quella del Consiglio federale, piuttosto perversa».
«Ne usciremmo con le ossa rotte da questo accordo. Un trattato dannoso per la nostra sovranità e la nostra indipendenza, nonché per il benessere della Svizzera. L’UDC intende battersi con tutte le sue forze per rifiutare questo accordo di sottomissione all’UE» conclude Marchesi.