Un progetto di legge attualmente in fase di elaborazione vuole rendere più difficile l'introduzione di questo limite di velocità.
BERNA - Difendere il limite di velocità di 30 km/h e opporsi ai risparmi a scapito dei trasporti pubblici e del clima. Sono le priorità per l'anno da poco iniziato dell'Associazione traffico e ambiente (ATA), presentate oggi a Berna.
Un progetto di legge attualmente in fase di elaborazione renderà più difficile l'introduzione di limiti a 30 km/h. Anche in vari cantoni, tra cui Zurigo, Ginevra e Basilea, sono state lanciate iniziative dai toni simili.
L'ATA si opporrà «a questi attacchi, che vanno nella direzione sbagliata e minacciano preziose conquiste», ha sottolineato la sua co-presidente Jelena Filipovic, secondo cui tale limite è una misura essenziale per la protezione dal rumore.
Un abbassamento da 50 a 30 chilometri orari comporta una riduzione del rumore di tre decibel, ma, in termini di percezione acustica, ciò corrisponde a un dimezzamento del traffico, ha proseguito Filipovic. Tale provvedimento migliora anche la sicurezza e favorisce la fluidità della circolazione.
Per l'ATA inoltre, il Consiglio federale non deve sacrificare il trasporto pubblico nell'ambito del suo programma di tagli al budget. In particolare, il governo vuole modificare il grado di copertura dei costi e abbandonare alcune tratte, soprattutto nelle regioni rurali, ha spiegato l'altro co-presidente David Raedler.
Questi ha ricordato come pure il Parlamento abbia espresso dubbi sulle misure di risparmio proposte dall'esecutivo nei trasporti pubblici, soprattutto nel traffico regionale. Stando a Raedler, il Consiglio federale dovrebbe dunque ascoltare tale segnale, così come quello inviato dalla popolazione, che ha recentemente rifiutato in votazione l'ampliamento delle autostrade.
L'ATA chiede poi che una quota maggiore delle risorse (20% contro 11%) del Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA) sia destinata a programmi d'agglomerato. Si tratta di progetti che «apportano soluzioni ai problemi di mobilità quotidiani», ha osservato ancora Raedler, citando l'esempio del tram quale «valida alternativa» all'automobile.
Per raggiungere gli obiettivi climatici della Svizzera è necessario investire nel trasporto pubblico e nella mobilità lenta, evidenzia l'ATA. A suo dire, dieci anni dopo l'accordo sul clima di Parigi i risultati sono deludenti, in particolare nei trasporti, dove mancano misure sistematiche, anche se il settore, escluso il traffico aereo internazionale, è responsabile di un terzo delle emissioni totali di CO2.
L'associazione mette inoltre in luce il fatto che negli ultimi trent'anni i guadagni di efficienza ottenuti dai nuovi veicoli sono stati annullati dai chilometri percorsi in più e da auto sempre più grandi e pesanti. «Senza misure ambiziose non raggiungeremo i nostri obiettivi climatici nazionali e internazionali», ha avvertito il vicepresidente Thomas Ruckstuhl.
Un modo per riuscirci è incoraggiare la mobilità elettrica, fa notare l'associazione. A tal fine è dunque importante semplificare l'accesso alle infrastrutture di ricarica nei condomini.