La preoccupazione della Commissione federale dei media (COFEM) per gli effetti sul dibattito pubblico: «Troppo potere nelle mani di pochi».
BERNA - Troppo potere. Sia sul mercato, sia sull’opinione pubblica. Sono le preoccupazioni della Commissione federale dei media (COFEM) nei confronti di Facebook, Instagram, X e Google.
«Troppo potere» - Secondo François Besençon, vicepresidente della COFEM, intervistato da La Liberté, il legislatore deve intervenire per evitare il deterioramento del dibattito pubblico in Svizzera, un paese il cui popolo è spesso chiamato alle urne. «Non critichiamo l’esistenza o le dimensioni delle aziende che possiedono le piattaforme social - precisa - il rischio per la nostra democrazia è rappresentato dal potere che hanno, dalla loro onnipresenza e dall’influenza sull’opinione pubblica».
«Dibattito in poche mani» - Cosa cambia rispetto ai media tradizionali? «Innanzitutto la dimensione globale e l’egemonia - risponde - inoltre, pochi attori potrebbero concentrare nelle proprie mani il dibattito, danneggiando la diversità e la pluralità delle informazioni. A oggi, è difficile dire quale sarà il futuro della stampa, della radio e della televisione».
La concorrenza «va garantita» - L’obiettivo, quindi, è la salvaguardia di un «sistema che funziona», poiché quello nuovo chiamato a sostituirlo non ha ancora dimostrato «la sua validità». Inoltre, «uno dei punti chiave è garantire la concorrenza. Se un solo gruppo volesse acquistare tutti i giornali elvetici, l’operazione «probabilmente verrebbe bloccata. Dobbiamo applicare la stessa regola anche con i social network».
Le multe dell'Europa - La Svizzera è in grado di tenere testa ad aziende così potenti? «Per quanto sia piccolo - precisa Besençon - il nostro è un mercato interessante. Inoltre, per alcuni aspetti, come la moderazione dei contenuti, è ipotizzabile che le piattaforme si allineino, per comodità, alle norme più restrittive di una determinata regione, come per esempio l’Europa, che impone multe pesanti».
Trasparenza sugli algoritmi usati - Nei giorni scorsi, Meta ha annunciato la modifica delle regole di fact checking su Facebook e Instagram, riducendo anche le politiche di moderazione dei contenuti. «È un campo delicato - conclude il vicepresidente della COFEM - è importante che ci sia trasparenza sugli algoritmi utilizzati dalle piattaforme, in modo da poter capire come vengono selezionati i contenuti».