Albiana, come altre appassionate venditrici “dal basso” non vede l'ora del lancio del nuovo TM7. L'esperto, però, mette in guardia.
ZUGO - In cucina fa davvero tutto e ha uno stile elegante e sinuoso, impossibile levargli gli occhi di dosso.
Sì, Albiana* è pronta a fare davvero di tutto per il nuovo Thermomix TM7 - quello che in Italia, e anche in Ticino viene ancora chiamato Bimby - anche cercare clienti porta a porta e venderne abbastanza, per ottenerne uno gratis per sé. Dopo l'evento di lancio del nuovo prodotto a cui ha partecipato di recente, non sta più nella pelle.
La 27enne è una delle tante, tantissime, rivenditrici “dal basso” reclutate da Vorwerk che segue una linea piuttosto diffusa di franchising da parte di prodotti destinati alla casa e al wellness.
Albiana ha 90 giorni esatti per vendere quattro TM7 ma se non ci riuscirà dovrà pagare tutti e 1'699 franchi del suo Bimby. Dopo ogni vendita, il costo del suo dispositivo cala della frazione corrispondente.
«Sì, c'è un po' di pressione ma è anche un forte fattore motivante!», racconta con entusiasmo la zughese che prima di firmare il contratto con Thermomix quattro mesi fa ha tentennato parecchio.
A convincerla, altre ragazze come lei diventate venditrici: «Se davvero dovesse andarmi male, beh, rivenderò il mio TM6 per rientrare almeno in parte delle spese. Preoccupata? Direi di no, c'è un bell'ambiente e un bell'entusiasmo, siamo tutte fan dei prodotti del marchio e mi sento molto supportata!».
Per la 27enne il Thermomix è un tassello fondamentale della sua vita casalinga: «Con due bimbi letteralmente è la mia salvezza», conferma.
La proverbiale insistenza delle venditrici Bimby - nel frattempo - sul web è già un meme: «Qualcosa di vero c'è, effettivamente», riconosce lei, «però ho sempre accettato i “no” di chi non era interessato al prodotto».
«C'è sicuramente un che di religioso in questo modo di funzionare», commenta l'esperto di vendite Dieter Menyhart che parlando delle venditrici reclutate da Vorwerk chiosa: «A queste persone viene data la sensazione di essere speciali, una sensazione che viene rafforzata dagli eventi di lancio di nuovi prodotti e dalla community che vi si crea attorno».
Da una parte c'è il sentimento d'appartenenza dall'altro però c'è anche la pressione sociale dei propri pari: «C'è chi elogia questo spirito “di branco” ma è anche vero che quando si inizia a vendere i primi canali che si sondano, sono le persone più vicine a sé. Il rischio di rovinare dei rapporti con amici o conoscenti è reale».
Senza contare le possibili ripercussioni economiche: «In questo caso il rischio più grande riguarda l'impossibilità di vendere la merce e la necessità di corrispondere il totale». E trattandosi di dispositivi dispendiosi, non è una bazzecola.
«Arricchirsi in breve tempo è fuori discussione», chiosa così la guida della Protezione svizzera dei consumatori alla vendita diretta. Il consiglio dell'ente è quello di non cedere alla pressione degli eventi interni: «A volte vengono impiegate delle tattiche di vendita emotive oppure si alimenta la paura di perdere “una grande opportunità”».
*nome noto alla redazione