L'incertezza finanziaria scatenata dal nuovo inquilino della Casa Bianca alimenta le paure di molti miliardari a stelle e strisce.
ZURIGO - La nuova amministrazione Trump sdoganando dazi a destra e a manca sta causando molta incertezza sui mercati finanziari.
E i primi a spaventarsi per una situazione che potrebbe presto sfuggire al controllo del tycoon della Casa Bianca sarebbero gli stessi paperoni americani. Secondo il Financial Times, nelle ultime settimane, l’interesse dei miliardari a stelle e strisce verso le banche svizzere è aumentato considerevolmente. Come? Attraverso piani di emergenza per riversare i propri beni negli istituti di credito della Confederazione.
Josh Matthews, cofondatore della società di gestione patrimoniale Maseco, con sede a Zurigo e Ginevra, traccia addirittura un parallelo con quanto accaduto durante la crisi finanziaria del 2008. «Molti clienti hanno paura». Durante il crollo di Wall Street c'era stato un fuggi fuggi verso il nostro paese. Un copione che potrebbe ripetersi ora. Lo stesso Matthews sta assistendo una famiglia americana che vuole portare in Svizzera un patrimonio tra i cinque e i dieci di milioni di dollari.
«Dall'elezione di Trump abbiamo osservato un aumento significativo di richieste provenienti da clienti americani», ha invece spiegato Pierre Gabris, consulente finanziario di Alpen Partners di Zurigo. «Si tratta soprattutto di clienti che sono contro le idee del nuovo presidente. Sono spinti dalla paura di perdere i loro patrimoni».
I regolamenti però sono molto severi. Le banche svizzere hanno l’obbligo di segnalare tutti i titolari di conti statunitensi alle autorità fiscali locali. Gli investimenti devono essere conformi alle normative fiscali statunitensi.
Ed è qui che entrano in gioco i gestori patrimoniali svizzeri registrati presso la SEC (Securities and Exchange Commission) negli Stati Uniti. Grazie a questi tramiti i cittadini statunitensi possono aprire conti nella Confederazione e gestire il denaro.