Il 33enne è stato condannato in Marocco sia per l'omicidio che per la sua partecipazione a un'associazione terroristica
RABAT - Il tribunale di Rabat ha condannato ieri a 10 anni di carcere uno dei due svizzeri arrestati per l'assassinio di due turiste scandinave in Marocco. Il 33enne ginevrino, che ha pure la nazionalità britannica, è stato riconosciuto colpevole di partecipazione ad associazione terrorista, apologia del terrorismo e mancata denuncia di crimini.
Il suo avvocato, Khalil Idrissi, che ha già annunciato un ricorso in appello, ha confermato oggi all'agenzia Keystone-ATS una notizia in tal senso dell'emittente romanda RTS.
Il 33enne, che frequentava assiduamente la moschea di Petit-Saconnex (GE), conosce l'altro svizzero binazionale (ispano-svizzero) convertitosi e arrestato in Marocco nell'ambito delle stesse indagini. Il caso riguarda l'assassinio di due studentesse, una danese di 24 anni e una norvegese di 28, uccise e decapitate in una località isolata dell'Alto Atlante, in una zona apprezzata dagli escursionisti.
L'elvetico-britannico - precisa il legale - ammette di aver conosciuto volontari partiti da Ginevra per combattere in Siria, ma afferma di non avere relazioni con gli islamisti responsabili dell'efferato delitto. Ed è su questa base che è stata stabilita la sua colpevolezza. L'avvocato denuncia quindi una sentenza «scioccante», «inaccettabile» e «non argomentata». In particolare, egli fa notare che l'unico elemento addotto dall'accusa è un rapporto di polizia scritto in arabo, una lingua che il suo cliente, tecnico in pubblicità informatica, non parla.
Secondo Khalil Idrissi, l'anglo-svizzero è stato giudicato colpevole in una vicenda che non ha alcun legame diretto con il duplice omicidio. Oltre agli scambi «espliciti» con persone sospettate di avere contatti in Siria, il suo cliente è stato arrestato per aver ricevuto una e-mail dall'ispano-svizzero.
Dal canto loro le autorità marocchine hanno fatto sapere che un solo cittadino svizzero è implicato nel caso dell'assassinio delle due studentesse.
Per questa vicenda la polizia marocchina ha arrestato una ventina di persone, che sono già tutte comparse davanti a un giudice istruttore. I principali sospettati sono quattro e apparterrebbero a una cellula che si ispirava all'ideologia dell'Isis, ma che non avrebbe avuto contatti diretti con i quadri dell'organizzazione islamista in Siria o in Iraq. Fra di loro figura il presunto capo della «cellula terroristica», un mercante ambulante di 25 anni.