Venti anni di reclusione al ginevrino per "costituzione di banda terrorista". Cinque anni per il 33enne svizzero-britannico
RABAT - Pene confermate per i due svizzeri coinvolti nell'omicidio delle turiste scandinave a Imlil. I giudici del tribunale antiterrorismo della corte d'Appello di Salè hanno confermato la condanna a 20 anni di reclusione per il ginevrino con la doppia cittadinanza svizzero-spagnola per "costituzione di banda terrorista". Un 33enne svizzero - che ha pure la nazionalità britannica - è stato riconosciuto colpevole lo scorso aprile di partecipazione ad associazione terrorista, apologia del terrorismo e mancata denuncia di crimini. All'uomo, condannato inizialmente a dieci anni di reclusione, è stata ridotta la pena a cinque anni due settimane fa.
Gli stessi giudici hanno confermato la pena di morte per i tre principali imputati dell'omicidio. La Corte ha anche deciso di commutare in pena capitale l'ergastolo comminato in primo grado al quarto uomo, che ha partecipato all'organizzazione del duplice delitto ma non di fatto all'assassinio avvenuto per decapitazione, alle pendici del monte Toubkal, lo scorso dicembre.
Le esecuzioni capitali in Marocco continuano ad essere comminate, ma sono di fatto sospese dal 1993, per una moratoria.
Una turista danese di 24 anni, e una norvegese di 28 anni furono uccise e decapitate mentre erano accampate per un trekking sulle montagne dell'Alto Atlante, nel dicembre del 2018.