Antonio Nesci, detenuto al 41 bis nel carcere di Viterbo, è stato immediatamente scarcerato, mentre Raffaele Albanese, che si trovava agli arresti domiciliari, è tornato in libertà
REGGIO CALABRIA - La prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato oggi, senza rinvio, la condanna a 14 anni di reclusione emessa dalla Corte d'Appello di Reggio Calabria per il reato di associazione mafiosa a carico di Antonio Nesci, di 70 anni, originario di Fabrizia, in provincia di Vibo Valentia, appartenente alla cellula della 'ndrangheta scoperta in Svizzera, a Frauenfeld.
Con Nesci, individuato dagli inquirenti come «capo e promotore dell'associazione», era stato anche condannato a 12 anni di carcere, Raffaele Albanese (75).
Le indagini della Divisione distrettuale antimafia di Reggio Calabria avevano individuato nel 2016 - operazione "Helvetia" - una cellula della 'ndrangheta costituita nel capoluogo turgoviese, collegata alle cosche calabresi. La Cassazione italiana, con questa decisione, ha ritenuto insufficienti gli elementi di prova, annullando la sentenza di secondo grado.
Antonio Nesci, detenuto al 41 bis nel carcere di Viterbo, per effetto della sentenza della Cassazione, è stato immediatamente scarcerato, mentre Raffaele Albanese, che si trovava agli arresti domiciliari, è tornato in libertà.
Nesci e Albanese erano difesi, rispettivamente, dagli avvocati Emanuele Genovese e Giovanni Vecchio.