Gli esperti illustrano le ultime novità Covid: «Frontiere più aperte, ma non con Francia e Italia»
Il delegato dell’UFSP Daniel Koch: «La richiesta dei dati ai clienti degli esercizi pubblici? Resta facoltativa e non è fatta per controllare la gente».
BERNA - La situazione nel nostro Paese riguardo le infezioni da Covid-19 è da considerarsi stabile. La curva dei contagi sempre più piatta e il rallentamento costante della pandemia sono due fattori chiave per la ripartenza. E vanno monitorati costantemente. Ma di carne al fuoco, in questi giorni - soprattutto a livello politico - ce n'è stata molta. Dal prestito di 350 milioni garantito dalla Confederazione alle squadre professioniste elvetiche di calcio ed hockey, alla confermata riapertura delle frontiere con Austria, Germania e Francia (ma non con l'Italia) prevista per il prossimo 15 giugno. E poi ancora le regole da seguire per chi viaggia utilizzando un mezzo pubblico. La crisi economica. È su questi temi, e su molto altro, che verte la consueta conferenza stampa con gli esperti a Berna. Il primo a prendere la parola è stato il delegato dell'UFSP per il Covid-19 Daniel Koch che ha commentato i dati sanitari.
Al via il contact tracing - «La curva continua a scendere», ha esordito "mister coronavirus". «I cantoni hanno iniziato a mettere in pratica il contact tracing. Per ora le cose procedono bene, ma solo con il tempo potremo tracciare dei bilanci. Siamo comunque felici che dopo i primi allentamenti (quelli del 27 aprile, ndr) i casi non siano aumentati. La popolazione dovrà continuare a rispettare le regole per mantenere i numeri bassi». Daniel Koch ha poi fatto chiarezza sulla richiesta dei dati nei locali pubblici. «Per ora questo provvedimento resta facoltativo. Non lo abbiamo pensato per complicare la vita ad avventori o proprietari. E nemmeno per controllare la gente», specifica Koch. «Avere le generalità è utile per risalire ai clienti che potrebbero venire contagiati dai camerieri. Non siamo interessati ai contagi tra clienti perché con il distanziamento tra i tavoli questo rischio non dovrebbe sussistere». Per quanto riguarda l'apertura dei campeggi, tema molto caro anche al Ticino, Koch passa la palla al Consiglio federale: «Non sta a noi esperti prendere questa decisione. È una scelta che solo il Governo può fare».
Allentamenti al confine con Austria e Germania - Il secondo a prendere la parola è Mario Gattiker, Segretario di Stato per la migrazione che ha parlato della situazione alle frontiere. «Ricominceremo a valutare le richieste di permessi dai paesi europei. A partire dal 15 giugno saranno riaperte le frontiere con Austria e Germania e Francia, ma non quella con l'Italia. Stiamo valutando di effettuare altri allentamenti il prima possibile». Allentamenti che entreranno in vigore già con la mezzanotte di oggi con Germania e Austria. «Chi ha una relazione transfrontaliera, anche senza essere sposato, o una residenza secondaria potrà nuovamente attraversare la frontiera tedesca e austriaca. Anche andare a trovare parenti in questi due Paesi sarà nuovamente permesso. L'unica cosa necessaria è avere un legame familiare». Per far questo verrà richiesta un'autocertficazione. E se qualcuno provasse a fare il furbetto e a inventarsela? «Non sono preoccupato per questo», spiega Gattiker. «Il cittadino dovrà inserire tutti i suoi dati personali e in Svizzera le dichiarazioni false sono reati penali. Per questo penso che questa soluzione pragmatica possa funzionare». Per quanto riguarda misure analoghe al confine francese, Gattiker ha precisato che «bisognerà aspettare ancora un po'».
«Solo per motivi validi» - Sull'argomento della riapertura ai confini con Austria e Germania è poi intervenuto Christian Bock, direttore dell'Amministrazione federale delle dogane. «Riapriremo tutti i valichi con l'Austria e la Germania. Ma chi non ha motivi per entrare in Svizzera verrà respinto. Ad esempio non sarà ancora possibile venire nel nostro Paese per questioni turistiche, per fare la spesa o la benzina. Naturalmente non potremo controllare tutti. Ma chi si presenterà in dogana e non avrà motivi validi non potrà entrare». Tutto invariato, per ora, al confine francese e italiano. I transiti tra Ticino e la vicina Penisola restano quindi al momento vietati, motivi lavorativi (e pochi altri) esclusi.
«Aumento dei viaggiatori nelle grandi città» - Alla conferenza stampa odierna è presente anche il Ceo delle FFS Vincent Ducrot che ha fatto il punto della situazione sulla ripartenza dell'11 maggio. «Il personale ha fatto un enorme sforzo per riprendere. Nelle grandi città c'è un forte aumento della richiesta, mentre nei viaggi lunghi abbiamo avuto ancora poche persone». Sulle contromisure per limitare i contatti sui treni Ducrot è chiaro: «Abbiamo messo in atto il piano di protezione: distanze, igiene e se non sussiste la distanza sociale invitiamo a utilizzare le mascherine». Per quanto riguarda il ritorno dei treni transfrontalieri, Ducrot non ha una data: «Dipende da quando ci sarà una riapertura totale delle frontiere. Allora discuteremo con l'Amministrazione federale delle Dogane».
«Sistema d'apprendistato sotto pressione» - Il Vice-direttore della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione Rémy Hübschi ha invece parlato della difficile situazione che deve affrontare il sistema dell'apprendistato. «Constatiamo molti meno posti disponibili. Soprattutto in Romandia. Nella Svizzera tedesca la situazione è invece simile a quella degli scorsi anni». Per quanto riguarda il Ticino, Hübschi non ha riferito alcun dato.
Alla conferenza sono presenti: Daniel Koch, delegato dell'UFSP per il Covid-19; Mario Gattiker, Segretario di Stato per la migrazione; Christian Bock, direttore dell'Amministrazione federale delle dogane; Vincent Ducrot, Ceo delle FFS; Erik Jakob, capo della Direzione per la promozione della piazza economica alla SECO; Rémy Hübschi, Vice-direttore della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione.