Parla la compagna dell’uomo ucciso lunedì sera dai poliziotti
SUHR (ARGOVIA) - È tornata a casa la donna 37enne, compagna di C.T., l’uomo di 67 anni ucciso lunedì sera dalla polizia a Suhr. L’uomo, ricordiamo, aveva puntato un coltello contro un poliziotto, ed è stato freddato per strada da un agente con cinque colpi di pistola.
La donna ha successivamente minacciato di morte le forze dell'ordine, e per questo è stata fermata e trattenuta sotto osservazione medica in una clinica. Il soggiorno è durato poco: la 37enne è ritornata a casa perché ritenuta non pericolosa. «Non sono stata classificata come un soggetto pericoloso e quindi mi hanno fatto andare via» ha raccontato la donna al Blick.
È un fiume in piena quando racconta i fatti di questa sera. «Aveva minacciato di suicidarsi, così ho chiamato la polizia. A pensarci oggi mi rendo conto di aver sbagliato, e mi sento molto in colpa per questo. Il mio compagno aveva bisogno di aiuto, di un sostegno psicologico, e invece la polizia lo ha solo provocato» ha raccontato la donna al portale svizzero tedesco.
L’uomo quella sera, quando arrivò la polizia, uscì di casa e iniziò a gridare “ti ammazzo” contro gli agenti. I poliziotti gli dissero di buttare a terra il coltello. Poi i cinque spari che hanno messo fine alla sua vita.
«In realtà aveva puntato il coltello solo su se stesso. Ero vicina a lui quando gli hanno sparato. L’ho visto morire davanti ai miei occhi. Continuo a chiedermi perchè gli hanno tirato cinque colpi».
Inizialmente pensava fosse solo ferito. Ha appreso della morte del suo compagno al comando della polizia. Appena ha saputo la notizia è andata in escandescenza e ha rotto una finestra.