È successo a Laax, il gestore: «Niente discriminazioni, la struttura è inadatta ad accoglierli».
E la polemica è subito servita. Le associazioni a tutela dei portatori di handicap: «Atto discriminatorio che viola la legge sulle pari opportunità».
LAAX - Una settimana di vacanza nella Surselva, fra pittoreschi boschi, montagne e cristallini laghetti.
Come consueto campo estivo, dopo un anno pandemico particolarmente vessante, la fondazione Freier Leben ha voluto prenotare alcune stanze in un ostello a Laax (GR) a un gruppo di ragazzi con disabilità cognitive e un lieve handicap mentale e ai loro monitori.
Una bella occasione, scrive 20 Minuten, per dare a 12 ragazz* la possibilità di staccare, e rigenerarsi dopo un periodo sicuramente difficile.
All'inizio le cose vanno tutto per il verso giusto: la prenotazione è stata accettata, la caparra per bloccare le stanze è versata ma - a un certo punto - arriva il dietrofront, via mail della struttura.
«Scusateci, ma dobbiamo annullare la vostra prenotazione, ho scoperto solo ora che si tratta di persone con disabilità mentali. Purtroppo devo confermarti che non siamo adatti ad accogliervi», scrivono i gestori che però ribadiscono: «non vogliamo discriminare nessuno, è una questione legata ai costi e alle infrastrutture non adeguate, in questo momento non possiamo permettercelo».
«Violazione della legge sulle pari opportunità» - Una presa di posizione che non piace alle associazioni di tutela dei portatori di handicap: «Dal nostro punto di vista, questo è chiaramente discriminatorio e viola la legge sulle pari opportunità per le persone con disabilità», afferma Nuria Frei, avvocatessa per Inclusion Handicap, l'organizzazione ombrello delle organizzazioni svizzere di persone disabili.
«Ovviamente non gli era chiaro che in questo caso le persone affette da questo tipo di disabilità ion avrebbero avuto bisogno di modifiche speciali all'infrastruttura». Secondo lei, proprietario avrebbe dovuto chiarire la questione con chi ha prenotato invece di dare un rifiuto secco.
Categorica anche Pro Infirmis: «Non conosco il caso specifico, ma se la struttura li ha deliberatamente esclusi basandosi sulla loro disabilità sarebbe davvero uno scandalo», dichiara la responsabile della comunicazione Susanne Stahel, «tutte le persone, con handicap o meno, hanno lo stesso diritto di partecipare alla vita sociale».
La versione dell'ostello - Dal canto suo, il responsabile della struttura si difende: «Non discriminiamo nessuno, su nessuna base, siamo una struttura internazionale e aperta a tutti». Il problema, secondo lui è davvero legato alla struttura: «è una casa di inizio '900, su tre piani e con scale anguste, anche per quanto riguarda le camere e i servizi igienici non è adatto per i portatori di handicap».
La notizia del no, dato ai 12 giovani di Freier Leben ha fatto rapidamente il giro del web, con conseguenze nefaste: «Abbiamo ricevuto diverse recensioni negative su Google e Facebook, e una signora in particolare ce ne ha dette di tutti i colori. Abbiamo anche ricevuto delle minacce, noi volevamo solo essere trasparenti... Venite a vedere con i vostri occhi se si tratta di una struttura adatta a dei portatori di handicap».