L'uomo dovrà pure seguire una terapia ambulatoriale per cinque anni.
Sarà espulso dalla Svizzera per un periodo di 15 anni dopo aver scontato la pena.
BRUGG - Il Tribunale distrettuale di Brugg (AG) ha condannato a una pena detentiva a vita un 58enne kosovaro che aveva ucciso a pugnalate la moglie e la cognata nel 2018 in un appartamento di Hausen (AG). I giudici lo hanno riconosciuto colpevole di omicidio plurimo.
L'uomo dovrà pure seguire una terapia ambulatoriale per cinque anni e sarà espulso dalla Svizzera per un periodo di 15 anni dopo aver scontato la pena.
Il tribunale ha seguito in tutto e per tutto la requisitoria dell'accusa, mentre l'avvocato difensore aveva chiesto l'assoluzione del suo cliente, asserendo che avesse agito per legittima di difesa.
Il duplice delitto risale all'8 gennaio 2018. Le due donne, due sorelle albanesi di 31 e 38 anni, erano state uccise a coltellate. L'arma del delitto era stata ritrovata sul posto. Il 58enne era già denunciato in precedenza dalla moglie per violenza domestica.
Stando all'atto d'accusa, la moglie del kosovaro voleva il divorzio, poiché non sopportava più le violenze e la dominazione del marito.
Il divorzio avrebbe tuttavia generato problemi finanziari al marito, il quale avrebbe perso anche la custodia dei figli. Il 58enne sospettava inoltre che la donna lo tradisse. Aveva pertanto nascosto un telefono cellulare nell'auto della moglie al fine di seguire i suoi spostamenti grazie a un'apposita applicazione. Aveva infatti notato che la donna si incontrava con un uomo di sua conoscenza.
L'8 gennaio 2018, una volta che i suoi bambini erano partiti a scuola, l'uomo uccise la moglie, pugnalandola a due riprese, mentre quest'ultima si trovava ancora a letto. Inoltre, uccise anche la cognata che aveva trascorso la notte nella camera dei bambini.
L'imputato aveva poi messo il coltello da cucina nelle mani della cognata e si era inflitto delle coltellate per far credere che era stato aggredito dalle due donne e che aveva così agito per legittima difesa. In seguito, stando all'atto d'accusa, l'uomo ha chiesto al suo avvocato di avvertire la polizia, che lo ha poi arrestato il giorno stesso.
Nella prima udienza del processo, due persone hanno dichiarato che in seno alla famiglia vi erano spesso dispute violente, sia tra i genitori, sia con parenti e anche con i figli. Alla moglie, di 16 anni più giovane del marito, piaceva uscire di casa, cosa che l'imputato non apprezzava, hanno indicato i due testimoni.
L'uomo è attualmente in detenzione preventiva. Il processo era stato rinviato una prima volta, all'ultimo momento, nel novembre scorso, poiché una persona che doveva parteciparvi era risultata positiva al coronavirus.