La manifestazione ha avuto luogo lo stesso, nonostante il divieto delle autorità ginevrine
GINEVRA - «Paul Biya assassino, Svizzera complice»: è lo slogan scandito da oltre un centinaio di oppositori del presidente del Camerun che - nonostante il divieto - sono scesi in piazza oggi a Ginevra per protestare contro la presenza dell'uomo politico nella città di Calvino.
Accusata di proteggere un «dittatore genocida», la Confederazione è stata invitata a non far entrare il presidente sul suo territorio. «Paul Biya uccide il suo stesso popolo e viene in Svizzera per essere curato: noi diciamo di no», ha gridato un dimostrante.
La polizia è presente in tenuta anti-sommossa. Le forze dell'ordine stanno anche presidiando la zona dell'Hotel Intercontinental, dove da domenica starebbe soggiornando l'88enne da decenni al potere nel suo paese.
Quattro ore dopo l'inizio della protesta, i manifestanti hanno cercato a più riprese di forzare il cordone di polizia presente davanti all'albergo. Attorno alle 17.30, le forze dell'ordine hanno risposto con l'utilizzo di cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, ha constatato un giornalista di Keystone-ATS sul posto.
La dimostrazione era stata in un primo tempo autorizzata, poi ieri è scattato il divieto per il pericolo di disordini. Era stata organizzata da una coalizione di varie organizzazioni dell'opposizione, chiamata "Diaspora della resistenza camerunese", che oltre a chiedere alla Svizzera di non permettere più le visite di Biya auspica un blocco dei beni del presidente. Il capo di stato (dal 1982) è accusato di aver truccato le elezioni, di appropriazione indebita su vasta scala e di violazioni dei diritti umani, in particolare contro la minoranza di lingua inglese.