L'uomo è accusato di corruzione passiva.
Il procuratore ha definito oggi «alta» l'energia criminale dell'ex capo di servizio presso la Segreteria di Stato dell'economia
BELLINZONA - Quattro anni di reclusione e una pena pecuniaria di 40 aliquote giornaliere da 50 franchi: è la richiesta del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) per l'ex funzionario della SECO accusato di corruzione passiva nell'acquisto di materiale informatico.
Nella sua arringa di tre ore davanti al Tribunale penale federale di Bellinzona, il procuratore ha definito oggi «alta» l'energia criminale dell'ex capo di servizio presso la Segreteria di Stato dell'economia (SECO). Le sue responsabilità sono nel complesso pesanti e hanno danneggiato la SECO «in misura considerevole», ha detto il rappresentante dell'accusa.
I fatti risalgono al periodo tra il 2004 e il 2014. Responsabile delle acquisizioni per il centro elaborazione dati dell'assicurazione contro la disoccupazione, l'ex alto funzionario, oggi 68enne, deve rispondere di infedeltà nella gestione pubblica, falsità in documenti e corruzione passiva.
Le richieste per i coimputati - Il processo, iniziato lunedì scorso, durerà due settimane. Sul banco degli imputati siedono anche i direttori di tre aziende che avrebbero corrotto l'ex funzionario.
Per due coimputati, le richieste di pena corrispondono a due anni di reclusione, di cui 8 mesi da scontare, e rispettivamente a tre anni di reclusione da scontare, oltre a pene pecuniarie di 20 aliquote da 300 franchi e rispettivamente di 30 aliquote da 160 franchi.
I due uomini d'affari devono rispondere di amministrazione infedele, ripetuta falsità in atti, corruzione attiva, complicità in infedeltà nella gestione pubblica, e uno dei due anche di riciclaggio di denaro.
Per il terzo coimputato, il procuratore ha richiesto una pena pecuniaria sospesa di 120 aliquote da 80 franchi, per l'accusa di corruzione attiva.
Offerte manipolate - Secondo l'accusa, l'imputato principale avrebbe manipolato le valutazioni di offerte inviate dalle tre società per dare loro la preferenza. Così facendo, avrebbe ostacolato la libera concorrenza e causato danni materiali e immateriali alla SECO e alla Confederazione.
In cambio, l'ex quadro della SECO avrebbe ricevuto benefici per un totale di oltre 1,7 milioni di franchi. Questi includevano in particolare inviti, sponsorizzazioni per eventi, denaro e regali. Avrebbe ad esempio ricevuto biglietti d'ingresso per partite di calcio in diverse occasioni. Anche terzi avrebbero beneficiato della «generosità» delle aziende.