Sono passati quasi 20 anni, ancora non si conosce la verità su quell'aggressione
SION - Si avviano verso la sospensione le indagini sul caso Luca Mongelli. Un mistero irrisolto destinato a diventare un "cold case" tra i più misteriosi della recente storia svizzera. Noi ne avevamo parlato in modo approfondito in questo Focus.
Dopo quasi 20 anni d'infruttuose ricerche dei colpevoli, la procura vallesana è sul punto di prendere una decisione, come ha riportato giovedì il Walliser Bote. All'inizio dell'anno sono stati interrogati due nuovi testimoni, ma anche questo tentativo non ha portato a risultati concreti. Il procuratore generale vallesano Nicolas Dubois assicura: «Se emergeranno nuove prove, ovviamente indagheremo. Non importa se il caso è sospeso o chiuso».
Il 7 febbraio 2002 saranno passati 20 anni da quando il piccolo Luca, che allora aveva sette anni, fu trovato seminudo e gravemente ferito nella neve a Veysonnaz (VS). A causa della mancanza di ossigeno oggi Luca è tetraplegico e parzialmente cieco. La responsabilità dell'accaduto è stata addossata inizialmente a Rocky, il pastore tedesco di famiglia. La famiglia Mongelli (che ora è rientrata in Italia) e successivi riscontri hanno negato che le ferite siano state causate dall'animale.
Lo stesso Luca ha chiamato in causa un gruppo di giovani, che l'avrebbero aggredito e picchiato con dei bastoni. Un detective privato ha tirato in ballo i figli di due famiglie di Sion, che secondo le rispettive famiglie sarebbero stati a scuola a Losanna.