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VALLESEQuello di Luca Mongelli è destinato a diventare un "cold case"

12.09.21 - 14:42
Sono passati quasi 20 anni, ancora non si conosce la verità su quell'aggressione
KEYSTONE
Quello di Luca Mongelli sta per diventare un "cold case".
Quello di Luca Mongelli sta per diventare un "cold case".
Quello di Luca Mongelli è destinato a diventare un "cold case"
Sono passati quasi 20 anni, ancora non si conosce la verità su quell'aggressione

SION - Si avviano verso la sospensione le indagini sul caso Luca Mongelli. Un mistero irrisolto destinato a diventare un "cold case" tra i più misteriosi della recente storia svizzera. Noi ne avevamo parlato in modo approfondito in questo Focus.

Dopo quasi 20 anni d'infruttuose ricerche dei colpevoli, la procura vallesana è sul punto di prendere una decisione, come ha riportato giovedì il Walliser Bote. All'inizio dell'anno sono stati interrogati due nuovi testimoni, ma anche questo tentativo non ha portato a risultati concreti. Il procuratore generale vallesano Nicolas Dubois assicura: «Se emergeranno nuove prove, ovviamente indagheremo. Non importa se il caso è sospeso o chiuso».

Il 7 febbraio 2002 saranno passati 20 anni da quando il piccolo Luca, che allora aveva sette anni, fu trovato seminudo e gravemente ferito nella neve a Veysonnaz (VS). A causa della mancanza di ossigeno oggi Luca è tetraplegico e parzialmente cieco. La responsabilità dell'accaduto è stata addossata inizialmente a Rocky, il pastore tedesco di famiglia. La famiglia Mongelli (che ora è rientrata in Italia) e successivi riscontri hanno negato che le ferite siano state causate dall'animale.

Lo stesso Luca ha chiamato in causa un gruppo di giovani, che l'avrebbero aggredito e picchiato con dei bastoni. Un detective privato ha tirato in ballo i figli di due famiglie di Sion, che secondo le rispettive famiglie sarebbero stati a scuola a Losanna. 

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