Tra il 19 luglio e il 15 agosto erano l'89% del totale. C'è preoccupazione per i tanti giovani malati
ZURIGO - Non aveva ricevuto il vaccino anti-coronavirus una percentuale molto elevata dei ricoverati per Covid-19 nei reparti di cure intense svizzeri, tra la metà di luglio e quella di agosto.
Le cifre - Lo confermano dati esclusivi dell'Ufficio federale della sanità (Ufsp) pubblicati da 20 Minuten. I dati prendono in esame i ricoveri di 21 ospedali su scala nazionale (nell'ambito di un programma di sorveglianza denominato Sentinel), nel periodo compreso tra il 19 luglio e il 15 agosto. In quel momento 44 persone erano ricoverate nei reparti di terapia intensiva: cinque di esse erano completamente vaccinate al momento della degenza in ospedale, mentre il restante 89% (ovvero 39 persone) non si era sottoposta all'immunizzazione contro il coronavirus.
Il confronto per età - I dati - che, precisa 20 Minuten, riguardano casi "chiusi", ovvero di pazienti che sono deceduti oppure sono guariti - vanno a smentire uno degli argomenti sovente ripetuti da scettici e negazionisti del virus: che nei reparti di cure intense ci sono in maggioranza anziani. Le cifre dell'Ufsp parlano di un 22% complessivo di età compresa tra gli 0 e i 39 anni (2% nella fascia 0-19 e 20% in quella 20-39). La percentuale era identica (34%) sia tra i 40-59enni che tra i 60-79enni, mentre il 9% aveva dagli 80 anni in su.
Preoccupazione per i giovani - Michele Genoni, presidente dell'associazione degli specialisti medici invasivi e acuti (Fmch), spiega che «ancora oggi, nelle unità di cure intense trattiamo principalmente pazienti non vaccinati affetti da Covid-19». Le cifre diffuse dalle autorità federali mostrano che la vaccinazione funziona nella prevenzione dei casi gravi della malattia. A preoccupare Genoni sono i tanti giovani malati. «La maggior parte di loro era molto sana prima del Covid e ora sono attaccati ai respiratori». Le cifre nelle terapie intensive sono attualmente stagnanti, ma a un livello elevato. «Speriamo davvero che la situazione negli ospedali si attenui presto».