Gli agenti sono intervenuti dopo che i proprietari hanno violato nuovamente il divieto imposto dalle autorità cantonali
Nel frattempo il movimento Corona-scettico Mass-Voll annuncia che oggi sarà di nuovo a Zermatt per protestare.
ZERMATT - La polizia vallesana ha perso la pazienza nei confronti dei fratelli Patrik e Ivan Aufdenblatten, i proprietari del ristorante Walliserkanne di Zermatt: la chiusura del locale imposta dalle autorità cantonali deve essere rispettata.
Lo ha spiegato a 20 Minuten il portavoce Mathias Volken. «Oggi gli operatori sono stati nuovamente informati della chiusura, il ristorante è stato sgomberato e sigillato». La polizia prevedeva che nemmeno questa volta il divieto di esercitare sarebbe stato rispettato: «Ora la situazione viene continuamente analizzata, le forze dell'ordine vengono informate sul comportamento dei ristoratori».
Gli arresti odierni - Com'era facile prevedere, questa mattina il Walliserkanne è stato nuovamente riaperto e all'arrivo degli agenti due clienti si trovavano sulla terrazza. Sono quindi scattate le manette ai polsi di tre persone, indicate dalla Polizia cantonale vallesana come i responsabili dell'esercizio. Il Ministero pubblico ha avviato un'inchiesta penale in collaborazione con la polizia.
Gli avvenimenti dei giorni scorsi - Un gioco del gatto col topo, tra gli Aufdenblatten e le autorità, che si è protratto per tutto il fine settimana. Come vi abbiamo riferito in precedenza venerdì è scattata la chiusura del locale dopo gli accertamenti sul mancato controllo dei certificati Covid per gli avventori. Venerdì sera, però, il ristorante è stato aperto e la polizia è giunta sul posto per far chiudere i battenti. Sabato le autorità hanno posizionato dei pesanti blocchi di cemento davanti all'ingresso, ma il servizio alla clientela è proseguito in strada, sfruttando proprio i blocchi come se fosse il bancone di un bar.
Inoltre il Walliserkanne è diventato ieri il ritrovo di una manifestazione spontanea, organizzata in fretta e furia dal movimento Mass-Voll e autorizzata dal Municipio di Zermatt. Nel corso della dimostrazione di solidarietà è stato lodato il comportamenti dei ristoratori "ribelli".
Nel frattempo l'attivista Corona-scettico e co-presidente di Mass-Voll Nicolas Rimoldi ha commentato i nuovi sviluppi via tweet: «Ieri Ivan (il gerente del ristorante ndr.) era un uomo libero, oggi è un prigioniero politico del Covid-regime. La Polizia vallesana calpesta i diritti umani. Quanto può ancora cadere in basso la Svizzera? #FreeIvan».
Gestern war Ivan noch ein freier Mann, heute ist er ein politischer Gefangener des Corona-Regimes. Die @PolizeiWallis tritt die Menschenrechte mit Füssen! Wie tief kann die Schweiz noch sinken? #FreeIvan pic.twitter.com/SbJ4aQbE2E
— Nicolas A. Rimoldi 💜 (@narimoldi) October 31, 2021
E non si fa attendere neanche il tweet che annuncia una nuova manifestazione: «Il proprietario del Walliserkanne, così come suo padre e sua madre, sono stati arrestati perché garantiscono il rispetto dei diritti umani! La Svizzera ha dei prigionieri politici! Questo. non. lo. accettiamo! Oggi siamo a Zermatt e chiediamo l'immediato rilascio di tutti gli incarcerati! #freeIvan».
Der Inhaber der #Walliserkanne, sowie Vater & Mutter wurden verhaftet, weil sie für Menschenrechte einstehen! Die Schweiz nimmt politische Gefangene!
— MASS-VOLL💜 (@mass_voll) October 31, 2021
Das. akzeptieren. wir. nicht!
Wir sind heute in Zermatt und fordern die sofortige Freilassung aller Gefangenen! ✊🏻 #freeIvan