La giovane era morta a febbraio 2015 dopo essere caduta in una fossa profonda 2,7 metri un metro distante dalla pista.
L'Alta corte bernese ha deciso oggi, dopo il ricorso dell'imputato, che l'uomo aveva sufficientemente segnalato e messo in sicurezza la zona.
ADELBODEN - Un responsabile delle piste di Adelboden (BE) è stato assolto in seconda istanza nel processo legato alla morte in un incidente di una ragazzina del canton Svitto, avvenuta nella stazione sciistica bernese nel febbraio 2015. La sentenza ribalta quella di primo grado del maggio 2020, con la quale l'uomo era stato condannato per omicidio colposo.
La vittima, una 13enne che faceva parte di un gruppo di giovani sciatori, era finita in una fossa profonda 2,7 metri a circa 1,2 metri dalla pista, riportando gravi ferite. Cadendo di testa, era rimasta bloccata nella neve e privata dell'ossigeno. Inoltre aveva subito un'emorragia interna. Elitrasportata in condizioni critiche all'ospedale, è deceduta il giorno stesso dopo che i suoi organi hanno ceduto.
Nel maggio di due anni fa, il Tribunale regionale di Thun era giunto alla conclusione che l'uomo avesse segnalato il luogo dove si è verificato l'incidente, senza però metterlo in sicurezza a sufficienza. Gli era dunque stata inflitta una pena con la condizionale di 90 aliquote giornaliere da 130 franchi l'una, decisione contro cui l'imputato ha fatto ricorso.
L'Alta corte bernese, in una sentenza pubblicata oggi, dà ragione all'uomo, sottolineando come esso abbia delimitato a dovere la zona incriminata, con pali di marcatura neri e gialli e una corda. Per gli sciatori che si avventurano fuori pista, anche se marginalmente, non vige l'obbligo di garantire la sicurezza, fa notare la massima istanza giuridica cantonale, secondo cui il responsabile non ha quindi compiuto alcuna violazione.