Il Ministero pubblico argoviese ha richiesto sedici anni e quattro mesi di carcere per il giovane omicida.
Secondo l'atto d'accusa della Procura, il 22enne aveva usato il pretesto della «prova di coraggio» per rinchiudere il 24enne zurighese nella grotta. Qui l'uomo è deceduto per assideramento. «Ha agito per motivi ignobili».
AARAU - Andrà a processo per assassinio il 22enne svizzero che nell'aprile del 2019 uccise un suo amico di 24 anni rinchiudendolo in una grotta sul Bruggerberg (AG) e ostruendo in seguito l'entrata con dei massi. Per lui il Ministero pubblico di Argovia ha richiesto sedici anni e quattro mesi di carcere.
Il corpo della giovane vittima - morta per assideramento - venne ritrovato circa un anno dopo - era il 5 aprile 2020 - da alcuni escursionisti che si erano introdotti nell'antro dopo aver sgomberato l'entrata dai sassi e dal terriccio.
La procura, dopo aver effettuato l'autopsia e aver esaminato le prove sul luogo del ritrovamento, ha riaperto il caso non credendo a un fatto accidentale. Circa due mesi dopo ecco arrivare la confessione del 22enne che era stato arrestato il 26 marzo.
«Motivi ignobili» - Secondo quanto scrive oggi la Procura nel suo atto d'accusa il 22enne aveva usato il pretesto della «prova di coraggio» per rinchiudere il 24enne zurighese nella grotta. «L'imputato - scrive il Ministero pubblico - ha deliberatamente causato la morte del giovane per motivi ignobili», agendo «in maniera particolarmente crudele».
Un tentativo anche in Ticino - Secondo l'atto d'accusa, quello della grotta non fu l'unico tentativo di uccidere il 24enne. L'imputato ci aveva infatti già provato il 31 marzo 2019 (ovvero sette giorni prima del delitto). Nello specifico l'omicida avrebbe spinto il giovane da un crinale di una montagna ticinese con «l'intenzione di ucciderlo». Il 24enne, però, se l'era cavata solo con lievi ferite.
Da qui la richiesta di sedici anni e quattro mesi per assassinio alla quale si aggiunge un'accusa di tentato omicidio.