Erano stati arrestati nel febbraio del 2018 a Pregassona
ZURIGO - Due presunti membri della banda balcanica di rapinatori denominata "Pink Panther" compaiono oggi davanti al Tribunale cantonale di Zurigo. Nel settembre del 2020, assieme a un terzo elemento, erano stati condannati a pene di diversi anni dal tribunale distrettuale.
Gli imputati avevano preparato un piano dettagliato per rapinare una o più gioiellerie in Via Nassa a Lugano, come pure a Gstaad (BE). Erano però stati arrestati nel febbraio del 2018 a Pregassona prima di poter passare all'azione, dopo essere stati sorvegliati per mesi dalla polizia.
Il tribunale distrettuale di Zurigo ha condannato i due serbi oggi di nuovo a giudizio rispettivamente a sei anni e sei anni e mezzo di reclusione, e imposto a entrambi l'espulsione dal paese per dieci e quindici anni. A un terzo presunto membro della banda, che non compare davanti alla corte cantonale superiore, sono stati inflitti cinque anni di reclusione e anche l'espulsione dal paese. Le condanne sono risultate di poco inferiori alle richieste della pubblica accusa.
Dal canto loro, gli imputati hanno respinto gran parte delle accuse. Gli avvocati della difesa si sono battuti per pene con la condizionale e per l'assoluzione, sostenendo che i tre non sono membri delle "Pink Panther", ma dei semplici turisti del crimine che non sono riusciti a portare a termine le rapine.
Da anni la banda formata da ex militari dei Balcani ha compiuto, in diverse formazioni, rapine spettacolari in gioiellerie di tutto il mondo. Il gruppo criminale avrebbe collegamenti fino agli alti livelli in ambienti della politica e della polizia. Caratteristica è la preparazione meticolosa dei colpi e la loro rapida attuazione in piccoli gruppi, in cui ognuno ha un ruolo preciso.
Il nome "Pink Panther" fu affibbiato dagli inquirenti inglesi in seguito a un colpo messo a segno nel 2003 a Londra: i poliziotti di Sua Maestà trovarono una pietra preziosa nascosta in una confezione di crema per il viso, proprio come nel film "La pantera rosa" del 1963. Il nome sembra piacere agli stessi rapinatori, che in alcuni casi hanno indossato delle camicie di color rosa durante le rapine.
In alcuni colpi sono riusciti a racimolare un bottino consistente. Nel 2009, hanno rubato a Dubai gioielli e orologi per un valore equivalente a circa undici milioni di franchi. In una rapina del 2016 a Zurigo sono fuggiti con una refurtiva di circa un milione di franchi.