La famiglia che ieri è saltata dal settimo piano non aveva mai annunciato legalmente l'esistenza della figlia di 8 anni.
La piccola non era mai andata a scuola, mentre per l'adolescente i genitori avevano ottenuto il via libera del Cantone per una scolarizzazione a domicilio. Successivamente avevano però evaso i controlli di routine.
MONTREUX - Era una famiglia che si muoveva nell'ombra, quella che ieri mattina si è gettata dal settimo piano di un palazzo in pieno centro a Montreux. Una famiglia taciturna, che viveva a margine della società. È quanto emerso finora dalle testimonianze dei vicini, ma nuove conferme emergono ora direttamente dalla Polizia cantonale vodese.
L'esistenza della bambina di otto anni, una delle vittime del macabro gesto, «non era conosciuta alle autorità cantonali», spiega infatti al portale Watson.ch il portavoce Jean-Christophe Sauterel. La piccola non era mai stata registrata legalmente, né scolarizzata.
Le autorità vodesi erano invece ben consapevoli che nell'appartamento di Avenue du Casino vivesse anche un adolescente, il 15enne rimasto unico superstite. I genitori, afferma Sauterel, avevano infatti ottenuto l'autorizzazione per la sua scolarizzazione a domicilio proprio dal Cantone, ma non avevano adempiuto alle condizioni quadro richieste, evitando il controllo annuale obbligatorio e ignorando lettere e chiamate. In questi casi, l'autorità giudiziaria può ordinare il prelevamento dei genitori per aprire un procedimento o per una detenzione preventiva, motivo per il quale ieri mattina la polizia si era presentata all'appartamento in cerca del padre.
Prima del dramma, i due poliziotti avevano bussato alla porta dell'appartamento per ben mezz'ora, specifica Sauterel. Quando qualcuno da dentro ha finalmente chiesto chi ci fosse alla porta, gli agenti si sono annunciati. Poi, il silenzio, e un salto nel vuoto che ha scioccato tutta la nazione.
A infittire ulteriormente il mistero, ci sono le testimonianze di vari condomini. Sulla porta dell'appartamento in cui viveva la famiglia, riferisce il Blick, era ed è tuttora appeso un ciondolo che recita "Jesus is the reason for the season". E una coppia di pensionati che abita sullo stesso piano riferisce poi che ogni giorno la famiglia riceveva una grande quantità di pacchi, che si ammassavano in corridoio.
Sono però ancora tanti gli interrogativi intorno alle dinamiche della tragedia. Al momento non è ancora possibile stabilire se si tratti di un suicidio collettivo o di un assassinio multiplo, se alcuni membri della famiglia fossero incoscienti al momento del salto nel vuoto o meno. «Le autopsie ci porteranno le dovute risposte», conclude Sauterel.