La stampa svizzero tedesca interpreta male le dichiarazioni del politico ticinese.
Il gruppo parlamentare di amicizia con l'isola, di cui Marco Chiesa è presidente, non ha intenzione d'intraprendere il viaggio fino a quando la situazione non si sarà normalizzata.
BERNA - Marco Chiesa ha intenzione di recarsi a Taiwan malgrado l’escalation militare dovuta alla recente visita della speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi. È quanto pubblicato ieri dalla SonntagsZeitung e poi ripreso dalla stampa svizzera. Il politico ticinese, da noi interpellato, smentisce le dichiarazioni del giornale d'oltralpe: «Non abbiamo nessuna intenzione di recarci sull'isola fino a quando la situazione non si sarà normalizzata. Non siamo la Nancy Pelosi, conosciamo i rischi e li rispettiamo. Alimentare adesso le tensioni non sarebbe utile a nessuno». Chiesa, che dirige un gruppo parlamentare di amicizia tra Svizzera e Taiwan, aveva in programma un viaggio nell'isola, prima dello scoppio delle tensioni dell'ultima settimana, ma per il 2023.
Chiesa ha sottolineato che il gruppo parlamentare d'amicizia con Taiwan non costituisce un gruppo istituzionale e non rappresenta quindi ufficialmente il paese. Nel parlamento svizzero sono presenti vari gruppi di questo tipo. La visita era prevista per il primo semestre del 2023, ma lo sviluppo delle tensioni nel pacifico condizionerà la partenza. «Sarebbe controproducente partire in questo momento. Nel 2023 vedremo se la situazione si sarà normalizzata e il rischio di un conflitto sventato. Se le condizioni lo permetteranno allora potremmo organizzare il viaggio» ha spiegato il presidente dell'UDC.
La Cina non approva - L’obiettivo della delegazione svizzera è quello di consolidare le relazioni diplomatiche, commerciali ed economiche con l’isola. Nel contesto geopolitico attuale però il viaggio acquisterebbe un significato ulteriore. L'ambasciatore cinese a Berna ha già espresso il suo disappunto. Interrogato dal quotidiano romando "Le Temps" sui progetti dei parlamentari svizzeri, ha avvertito categoricamente: «La Cina rifiuta qualsiasi contatto tra personaggi politici o parlamentari di Taiwan con quelli dei Paesi che intrattengono relazioni diplomatiche con la Cina».
Per Marco Chiesa, la neutralità svizzera non è messa in discussione da questo viaggio. «Vogliamo tenere aperti tutti i canali. La Svizzera deve mantenere la sua posizione di neutralità nei confronti degli altri paesi, per non essere coinvolta in conflitti e per poter offrire i nostri buoni uffici in modo credibile assumendo un ruolo di mediatore», ha sottolineato il politico ticinese.