Sei esponenti della Junge Tat si sono inerpicati fino al tetto della stazione di Basilea, issando uno striscione
BASILEA - Dei neonazisti (membri del gruppo di cui si è discusso molto recentemente, la Junge Tat) sono saliti quest'oggi attorno a mezzogiorno sul tetto della stazione ferroviaria di Basilea, issando uno striscione e accendendo fumogeni e petardi.
Sul drappo c'era scritto «deportate i criminali» e vi erano raffigurate due pecore (una bianca che scaccia una nera), che ricordano quelle di un vecchio manifesto dell'UDC.
Intervenuta in loco, la polizia - con diverse pattuglie - è riuscita a riportare la situazione alla normalità, arrestando e portando in centrale i sei uomini incappucciati e con il volto coperto, per prendere le loro generalità. Sono accusati di violazione di domicilio e di altri reati.
«Una nuova generazione di radicali di destra»
Alla fine di ottobre, il gruppo aveva fatto parlare molto di sé quando degli uomini incappucciati hanno deciso di irrompere a una sessione di lettura per bambini alla Tanzhaus di Zurigo, con uno striscione che invocava «la famiglia al posto dell'ideologia di genere».
Seppur da allora gli esponenti del gruppo abbiano dichiarato di «non essere estremisti di destra» e di «prendere le distanze dal nazionalsocialismo e da altre ideologie totalitarie», l'esperto di estremismo Dirk Baier ha ribadito che c'è chiaramente «un'ideologia razzista dietro ciò che la Junge Tat dice e diffonde, poiché vuole negare le libertà democratiche a certi gruppi. Per esempio, vuole proibire alla comunità LGBTQ+ di vivere la propria identità sessuale. Vogliono anche limitare i diritti democratici di altri gruppi etnici e religiosi. Quindi sono chiaramente presenti elementi di estrema destra».
Anche la storica Hannah Einhaus vede nella Junge Tat una nuova generazione di radicali di destra, che già durante il nazismo avevano cercato di dividere la Svizzera democratica. «Oggi usano semplicemente mezzi di comunicazione diversi». Per l'esperta, il fatto che la Junge Tat sia riuscita a crearsi uno spazio nella sfera pubblica è un segnale allarmante: «In una democrazia stabile, non dovrebbe esserci posto per gruppi di questo tipo. Il fatto che lo permettiamo ancora indica una debolezza del sistema».
Junge Tat
La "Junge Tat" è un gruppo di estrema destra emerso dopo lo scioglimento della Eisenjugend ("Gioventù di ferro"). Secondo Dirk Baier, direttore dell'Istituto per la prevenzione della delinquenza e della criminalità di Zurigo (ZHAW), la scelta di un nome più neutro potrebbe essere il tentativo di confondere le autorità e la popolazione svizzera sulle reali intenzioni del gruppo.
È anche ipotizzabile che il cambio di nome sia stato fatto perché Eisenjugend ricorda un troppo la terminologia nazionalsocialista, potrebbe quindi allontanare potenziali simpatizzanti: «Junge Tat suona meno rilevante ed enfatizza l'elemento dell'azione. Un aspetto che i giovani in particolare trovano attrattivo».
In ogni caso, «il rebranding non significa che i membri siano improvvisamente passati da un'ideologia neonazista ad essere amici della democrazia», ha affermato recentemente Lothar Janssen, presidente dell'Istituto svizzero per le questioni di violenza. Dietro il nome innocente si nasconde ancora un nucleo violento