Il fatto è successo a Como. Il negozio d'abbigliamento era sprovvisto dello strumento per i pagamenti contactless
COMO - «Può attivare il sistema di pagamento contactless? Devo appoggiare la mano per pagare».
Hanno fatto un’espressione a metà fra la perplessità e l’incredulità i clienti e la cassiera del negozio d'abbigliamento del centro di Como, di fronte alla richiesta di un cittadino svizzero (verosimilmente originario della Svizzera tedesca) di pagare con il proprio microchip sottopelle. Nella Confederazione non è una novità: i giovani "Paperoni" stanno già cavalcando il trend, tra lo stupore di negozianti e ristoratori.
Il fatto è accaduto ieri nel tardo pomeriggio. A raccontare la scena è Luigi Bottone, politico comasco ed ex consigliere comunale del capoluogo lariano, casualmente presente nell’esercizio. «Era un signore distinto - spiega - al momento di saldare il conto, ha chiesto di poterlo fare con il sistema contactless».
Lo strumento a disposizione del negozio era di vecchia generazione e consentiva il pagamento solo inserendo la carta di credito. «A quel punto - aggiunge Bottone - il signore ha sottolineato come potesse pagare contactless con il chip sottopelle».
La transazione non è andato a buon fine. «Abbiamo comunque fatto tutti un po’ di domande al cittadino svizzero - continua il comasco - eravamo curiosi. Aveva una piccola ferita nella mano in corrispondenza del chip. Ha detto che l’operazione non è stata dolorosa, ma che non tutti possono farlo. È necessaria, infatti, una visita medica». Poi, un po’ scocciato dalla quantità di domande, il signore svizzero se n’è andato, mollando lì i vestiti.