Il giovane, di origine afghana, si è tolto la vita quando ha saputo che sarebbe dovuto ritornare in Grecia
GINEVRA - Un richiedente asilo afghano di 18 anni, che risiedeva in un istituto a Ginevra, si è suicidato la settimana scorsa. L'informazione, rivelata dal quotidiano Courrier e dalla radiotelevisione romanda RTS, è stata confermata oggi dal portavoce del Centro sociale protestante (CSP) ginevrino, Raphaël Rey.
Il giovane si è tolto la vita dopo aver appreso che non sarebbe potuto restare in Svizzera. Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha deciso che il 18enne afghano sarebbe dovuto ritornare in Grecia, Paese ritenuto sicuro, da dove il giovane era arrivato, ha spiegato Rey all'agenzia Keystone-ATS.
Questa notizia è «scioccante e terribile», ha proseguito il portavoce del CSP, poiché sia il TAF che la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) erano a conoscenza della grande fragilità psichica del giovane richiedente e del rischio di suicidio. Tutti hanno omesso di prendere in considerazione il parere delle autorità mediche, ha deplorato.
Tuttavia, esiste un quadro legale per trovare soluzioni a questo tipo di casi, ha aggiunto Rey. Il giovane afghano era arrivato in Svizzera nel 2021. Ha avuto un «percorso difficile», secondo il portavoce del CSP. In particolare, il 18enne aveva dichiarato di aver subito violenze in Grecia. A Ginevra aveva fatto di tutto per «integrarsi».
Quattro anni fa, nell'istituto ginevrino in questione, il "Foyer de l'Etoile", nel quale vengono alloggiati richiedenti asilo minorenni non accompagnati, si era già verificata una tragedia. Allora uno dei suoi residenti si era suicidato all'interno dell'istituto.