Respinto il nuovo ricorso alla decisione presa dal giudice dei provvedimenti coercitivi.
ZURIGO - Lo zurighese Brian K., un tempo conosciuto con lo pseudonimo "Carlos", rimane in detenzione preventiva. Il Tribunale cantonale zurighese ha respinto un nuovo ricorso del 27enne contro la misura decisa lo scorso 8 novembre dal giudice dei provvedimenti coercitivi.
La decisione non è ancora definitiva e può ancora essere impugnata davanti al Tribunale federale, indica oggi in una nota la corte zurighese.
Il mese scorso il Ministero pubblico aveva giustificato la sua richiesta di mantenere Brian in prigione con un procedimento penale in corso. La richiesta era arrivata a pochi giorni dall'annuncio, fatto dallo stesso Tribunale cantonale, che Brian avrebbe dovuto essere rilasciato, visto che la detenzione rischiava di risultare più lunga della condanna a cui potrebbe andare incontro.
Brian K. si trova da più di cinque anni ininterrottamente in regime di detenzione preventiva o di sicurezza. Nei suoi confronti è tuttora in corso un'inchiesta per lesioni personali e violenze nonché minacce contro funzionari commesse in prigione fra il gennaio 2017 e l'ottobre 2018.
Gli avvocati di Brian hanno criticato duramente la richiesta del Ministero pubblico. Gli atti di cui è accusato sono avvenuti durante la detenzione di sicurezza, le cui condizioni sono state criticate da più parti. Secondo i suoi legali, Brian si sarebbe difeso da un'ingiustizia che gli è stata fatta.
All'inizio di quest'anno, Brian è inoltre stato trasferito dal penitenziario "Pöschwies" di Regensdorf (ZH) a una prigione di polizia con un regime di detenzione meno severo. Da allora non si sono più verificati incidenti, sottolineano gli avvocati.
Il giovane ha problemi con la giustizia da quando aveva nove anni e ha alle spalle una lunga serie di condanne per reati violenti. La vicenda più grave risale al 2011, quando accoltellò alla schiena un giovane che riportò gravi ferite.
A fare diventare "Carlos" un caso "nazionale" è stato un reportage televisivo del 2013, in cui si riferiva delle misure di presa a carico decise a suo tempo dalla giustizia minorile. Il tutto ad un costo di circa 29'000 franchi al mese: una cifra a prima vista esorbitante, ma paragonabile ai costi di una presa a carico in una struttura chiusa.