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Il gruppo "Erde Brennt" ha promesso ulteriori azioni sovversive e ha espresso la sua delusione per la risposta della politica.
ZURIGO - «Torneremo», il movimento a protezione del clima "Erde Brennt" (Terra brucia), protagonista dell'occupazione di sei aule di un liceo di Zurigo avvenuto lo scorso martedì, promette nuove azioni di protesta. La ragione? La mancanza di una risposta soddisfacente da parte delle autorità. Ad annunciare nuove azioni di protesta è stato lo stesso gruppo attraverso un comunicato stampa reso pubblico questa mattina.
A scatenare l'ira di "Erde Brennt" è stata in particolare la reazione delle istituzioni politiche. Silvia Steiner, alla testa del dipartimento dell’istruzione di Zurigo si è rifiutata di intraprendere una conversazione pubblica con gli studenti e ha proposto invece un dialogo a "porte chiuse".
Gli attivisti non sono solo delusi dalla proposta di Steiner, ma anche da altri attori della “politica istituzionale”. «Invece di discutere seriamente della crisi climatica, delle vittime delle catastrofi e di un miglioramento del sistema educativo, alcuni partiti preferiscono condurre campagne elettorali a buon mercato. Abbiamo perso la fiducia nelle istituzioni», ha affermato Noé, un portavoce del gruppo.
«L'occupazione di martedì ha mostrato di cosa possono essere capaci gli studenti. Al tempo stesso ha mostrato le debolezze del nostro sistema politico», sostiene invece Valentin. Gli attivisti annunciano ulteriori azioni. Manifestazioni che potrebbero coinvolgere anche le sedi universitarie. Per pianificare i prossimi passi e coordinarli a livello internazionale, gli studenti di "Erde Brennt" hanno organizzato un congresso internazionale nell'ambito del movimento internazionale "End Fossil: Occupy". Un evento che avrà luogo a Berna dal 18 al 20 febbraio.
