Dopo 100 ore dal sisma si affievoliscono le possibilità di sopravvivenza delle persone intrappolate sotto i detriti.
ISTANBUL/BERNA - Oltre quattro giorni dopo il terribile terremoto che ha colpito la Turchia, la Catena svizzera di salvataggio ha estratto stamattina altre due persone vive dalle macerie, fra cui un neonato. Lo ha comunicato a Keystone-ATS un portavoce del DFAE.
Un altro salvataggio - Con questi due ultimi salvataggi, sono salite a undici - tra cui due bebè - le persone ritrovate vive grazie al lavoro congiunto della Catena svizzera di salvataggio e dalla Società svizzera per cani da ricerca (REDOG), ha precisato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Parallelamente un'altra squadra di REDOG, che lavora con l'organizzazione di salvataggio turca GEA, ha rinvenuto 31 persone ancora in vita sotto le macerie, di cui tre la scorsa notte, ha dichiarato a Keystone-ATS la responsabile della ricerca di persone sepolte sotto le macerie presso REDOG.
Freddo, neve e gelo - A causa della mancanza d'acqua e di cibo nonché del freddo, dopo 100 ore dal sisma si affievoliscono le possibilità di sopravvivenza delle persone intrappolate sotto i detriti. Dopo le devastanti scosse di terremoto che hanno provocato finora oltre 22'000 vittime nella regione di confine tra la Turchia e la Siria, sul posto sono intervenuti quasi 90 soccorritori svizzeri e diversi cani alla ricerca di sopravvissuti.
Intanto, l'ambasciata svizzera ad Ankara e il consolato generale a Istanbul, temporaneamente chiusi al pubblico a causa di una minaccia terroristica, sono stati riaperti. Lo ha deciso lo stesso Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sulla base di una nuova valutazione della situazione.
Altri 12 esperti svizzeri - Nel frattempo un'altra squadra di esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario è decollata questo pomeriggio dall'aeroporto di Belp (BE) alla volta delle aree disastrate dal violento sisma che ha colpito la Turchia e la Siria.
A bordo dell'aereo ci sono 12 specialisti, tra cui medici e addetti alla logistica. La missione è quella di rafforzare l'impegno svizzero sul posto, ha dichiarato all'agenzia Keystone-ATS il vicecapo dell'Aiuto umanitario svizzero Silvio Flückiger prima della partenza.
Sono presenti in particolare esperti nella costruzione, che devono valutare la stabilità degli edifici nell'area del terremoto. Dal canto loro, i dottori dovranno offrire assistenza medica alle vittime. A due psicologi viene inoltre chiesto di aiutare i colleghi che sono sul posto da diversi giorni e fornire un supporto mentale, ha spiegato Flückiger. Quest'ultimo prevede un periodo di impiego di circa due settimane.