Il no di Berna alla lettera dei diplomatici esteri, che chiedevano di aderire alla Russian Elites, Proxies and Oligarchs
BERNA - Lo scorso sette aprile il Dipartimento federale dell'economia rendeva noto che, in una lettera firmata dai rappresentanti diplomatici di Francia, Italia, Germania, Stati Uniti, Canada, Giappone e Regno Unito, il G7 invitava il Governo svizzero a collaborare maggiormente nella ricerca del denaro degli oligarchi, aderendo alla task force investigativa 'Russian Elites, Proxies and Oligarchs' (Repo).
Ma cosa chiedevano effettivamente i leader del G7? Nella lettera si faceva riferimento a una «ricerca più approfondita del denaro degli oligarchi». Ma non è tutto, visto che i diplomatici esteri non celavano una buona dose di preoccupazione, a causa delle norme confederate in fatto di protezione dei dati che, a loro dire, rendono più complicate le indagini: «Temiamo - si legge - che la protezione della privacy impedisca alle forze dell'ordine d'indagare sulle strutture finanziarie illecite».
Una vera e propria pressione sul Consiglio federale, esercitata anche dall'ambasciatore degli USA a Berna che, lo scorso marzo, accusava di non fare abbastanza in fatto di sanzioni verso i russi. Accuse poi respinte al mittente, tre giorni fa, da Helene Budliger Artieda, direttrice della Segreteria di Stato dell'economia (SECO).
Tornando invece alla richiesta di adesione al Repo, dopo aver inviato la missiva al DEFR e alla Segreteria di Stato dell'economia (Seco), la decisione di Berna è arrivata: la Svizzera non aderirà alla task force a caccia «approfondita» delle ricchezze «illecite» dettata da G7 e Australia(attiva dal 17 marzo 2022). A confermarlo è Markus Spörndli, vice capo della comunicazione del Dipartimento dell'economia, ripreso dalla NZZ. Una notizia peraltro già in parte anticipata martedì scorso al quotidiano zurighese anche dalla stessa Helene Budliger Artieda (Seco), ma che ora ha la sua ufficialità.
Dunque le autorità confederate scelgono di continuare sì il rapporto di cooperazione in ambito legale e amministrativo con i "grandi" ma senza però fare un passo oltre il già buon livello di comunicazione attualmente in essere. Del resto la Svizzera, che non siede nel G-7 né nel G-20, non considera una priorità quella di porre sul tavolo un eventuale futura partecipazione.
Quanto infine alle correnti di pensiero ufficiali delle forze politiche sulla questione: favorevoli all'adesione alla task force i Verdi, contrari UDC e l'Associazione Pro Svizzera. Non si deve comunque dimenticare che la Confederazione già aderisce attivamente alle sanzioni contro gli oligarchi vicini al regime di Putin, avendo congelato patrimoni russi per circa 7,75 miliardi di franchi.