La SECO: «Riscontrata una violazione di una dichiarazione di non riesportazione da parte dall’ex direttore di una società privata tedesca».
BERNA - Alla fine di marzo, diversi media hanno riferito di un veicolo blindato EAGLE (della società svizzera General Dynamics European Land Systems - Mowag GmbH) avvistato in Ucraina. La SECO ha avviato un'indagine, chiusa nei giorni scorsi.
Il Consiglio federale ricostruisce la vicenda: «Negli anni ‘90 sono stati esportati 36 veicoli EAGLE I dalla Svizzera alla Danimarca». Nel 2013, il paese nordico ha venduto «27 di questi veicoli a una società privata tedesca con il consenso della Svizzera». In una dichiarazione di non riesportazione, la società tedesca si era impegnata a non trasferire i mezzi a terzi all'estero senza previo consenso scritto svizzero. «Alla fine del 2018 l'ex direttore di questa società ha rilevato i 27 veicoli in questione, che sono quindi diventati di sua proprietà».
Secondo gli accertamenti con la Germania e con l'ex direttore in questione, «11 di questi 27 veicoli sono stati esportati in Ucraina con l'approvazione delle autorità tedesche preposte al controllo delle esportazioni». Pur avendo firmato una dichiarazione di non riesportazione, «l'ex direttore non ha chiesto il consenso della SECO, ritenendo che tale dichiarazione non fosse più pertinente a causa dell'avvenuta demilitarizzazione dei veicoli (rimozione della copertura blindata protettiva e dei finestrini) e della conferma di tale condizione da parte del Ministero federale della difesa tedesco». La demilitarizzazione, ai sensi della legge tedesca, «non ha alcuna influenza sull'applicabilità della legge svizzera sul materiale bellico».
Poiché la violazione della suddetta dichiarazione non è stata commessa dalle autorità tedesche, bensì da un cittadino privato, le conseguenze devono interessare esclusivamente quest'ultimo. In applicazione dell'articolo 22a capoverso 2 lettera d della legge sul materiale bellico, «la SECO ha pertanto deciso di non più autorizzare esportazioni di materiale bellico a questa persona a causa dell'elevato rischio di riesportazione a un destinatario finale indesiderato. Le dogane svizzere hanno ricevuto l'ordine di sospendere ogni eventuale esportazione all'ex-direttore».