L'ex ministro gambiano accusa: superate le competenze che spettavano loro
BELLINZONA - L'ex ministro dell'interno gambiano Ousman Sonko, accusato di crimini contro l'umanità, ha chiesto la ricusazione dei giudici della Corte penale del Tribunale penale federale (TPF).
Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) aveva depositato in aprile il suo atto d'accusa dopo un'istruzione durata oltre sei anni.
Sonko rimprovera ai giudici in questione di aver sorpassato le proprie competenze per aver chiesto un aggravamento delle accuse formulate contro di lui, scrive oggi in un comunicato il suo legale Philippe Currat. In tal modo la Corte si presenta quale parte accusatrice, cosa non ammissibile.
Il 15 giugno, si legge nella nota, la Corte penale del TPF ha inviato al MPC una richiesta di modifica dell'atto d'accusa, «riprendendo spontaneamente» le conclusioni presentate da tre vittime nel loro reclamo presso la Corte d'appello del TPF. La Corte penale ha dato alla procura federale tempo fino al 5 luglio per presentare un atto d'accusa modificato.
In particolare, secondo Currat, i giudici avrebbero chiesto di appesantirlo con tre assassinii. La legge però lo vieta. Il Tribunale federale vieta in effetti ai tribunali di assumere il ruolo dell'accusa e il principio dell'immutabilità dell'atto d'accusa si applica al procedimento giudiziario, prosegue l'avvocato.
Inoltre, le tre nuove accuse di assassinio si riferiscono ad atti che sarebbero avvenuti in Gambia rispettivamente nel gennaio 2000, nell'ottobre 2011 e nell'aprile 2016. Secondo il legale questi atti non rientrano nella giurisdizione svizzera e non sono coperti dalla competenza universale.
Interrogato da Keystone-ATS, l'MPC ha confermato che il TPF ha inviato un «invito a modificare e ampliare l'accusa». Si tratta di un invito ai sensi dell'articolo 333, paragrafi 1 e 2, del Codice di procedura penale (CPP), che è facoltativo. In questi casi il tribunale dà al ministero pubblico la possibilità di modificare l'atto d'accusa se, a suo avviso, i fatti in esso descritti potrebbero costituire un reato diverso.
Questo invito - precisa la Procura federale - non dev'essere confuso con un rinvio ai sensi dell'articolo 329, paragrafo 2, del CPP. Un tribunale può procedere a un simile rinvio se dall'esame dell'accusa risulta che, per vari motivi, non è possibile emettere una sentenza e che si rende necessaria un'integrazione o una modifica. In questo caso il procedimento viene sospeso.
La Procura federale accusa Sonko di aver ordinato, partecipato e permesso/omesso di opporsi agli attacchi sistematici condotti nell'ambito della repressione degli oppositori del presidente Yahya Jammeh. I presunti atti coprono il periodo dal 2000 al 2016 e costituiscono crimini contro l'umanità.
Il 54enne è accusato di essere responsabile di atti di tortura, esecuzioni extragiudiziarie, stupri e incarcerazioni illegali commessi dalla polizia, dal personale di detenzione e da gruppi sotto la sua autorità. Comandante della Guardia nazionale nel 2003, il gambiano è diventato Ispettore generale di polizia nel 2005 e ministro dell'interno un anno dopo, carica che ha ricoperto fino al 2016.
Rintracciato alla fine del novembre di quell'anno dall'Ufficio federale di polizia (fedpol), l'ex ministro è stato denunciato alle autorità penali del Canton Berna il 25 gennaio 2017 dall'organizzazione Trial International. È stato arrestato nei giorni seguenti nel centro federale per richiedenti asilo di Lyss (BE). Il procedimento è stato preso in carico dall'MPC.
Da allora Sonko si trova in detenzione preventiva. Le sue numerose richieste di rilascio sono state respinte dalle più alte istanze giudiziarie del paese. Il suo processo si svolgerà in tedesco, la lingua in cui è iniziato il procedimento, davanti alla Corte penale del TPF in una data ancora da stabilire.