Sta seminando il panico in una scuola elementare di Winterthur. La direzione conferma: «Le indagini sono in corso».
WINTERTHUR - Un bambino di nove anni sta seminando il panico in una scuola elementare di Winterthur. Come riferito da diversi genitori a 20Minuten, l'alunno ha più volte intimidito i suoi compagni di classe nell'arco delle ultime due settimane. Lunedì ha persino portato un coltello a scuola, minacciandoli di morte: «Ha detto che avrebbe ucciso tutti i bambini della scuola con quel coltello», racconta un padre preoccupato. «Gli è stato permesso di tornare a scuola come se nulla fosse». Il fatto che l'istituto scolastico non abbia tratto alcuna conseguenza è preoccupante: «Deve prima accadere qualcosa di brutto perché si faccia qualcosa?».
La scuola conferma l'accaduto: «Le indagini sono in corso. Le misure necessarie sono state avviate immediatamente», afferma la vicepreside Anna Graf. «Per motivi di protezione dei dati e della privacy, l'amministrazione e la direzione scolastica non sono autorizzate a rilasciare dichiarazioni», aggiunge.
Al corrente della faccenda anche la polizia municipale di Winterthur. Stando al responsabile della comunicazione Michael Wirz «la polizia ha parlato con il ragazzo, mostrandogli le conseguenze delle sue azioni e facendogli capire che si trattava di un chiaro caso di abuso». Si sono inoltre svolti dei colloqui con la famiglia e la direzione. Il fatto sarà preso in considerazione dalle forze dell'ordine. «Tuttavia - continua Wirz - non ci sarà alcun procedimento penale, poiché in Svizzera l'età della responsabilità penale inizia a partire dal decimo anno di età».
Numerosi i genitori preoccupati per i propri figli: «Da quando ho saputo dell'incidente porto mia figlia a scuola e la vado a riprendere tutti i giorni», racconta una madre di 35 anni. «Questa settimana è tornata a casa piangendo. Era molto spaventata», afferma, non riuscendo a capire perché la direzione ha permesso al bambino di tornare a scuola.
Il fatto che sia tornato tra i banchi scolastici spaventa anche un'altra madre: «Io e mio marito abbiamo sentito dell'accaduto. Siamo piuttosto preoccupati». Poiché entrambi lavorano, però, non possono portare e andare a prendere il figlio a scuola: «Nostro figlio non ha paura, ma non credo capisca che si debba essere prudente», conclude.