Secondo il direttore dell'Ufficio dei trasporti Peter Füglistaler le aziende di trasporto pubblico si appoggiano troppo sulle sovvenzioni statali.
BERNA - Con il cambio di orario del 10 dicembre, i prezzi dei biglietti dei trasporti pubblici saranno nuovamente aumentati. Secondo l'Ufficio federale di statistica, negli ultimi 15 anni i prezzi degli abbonamenti generali delle FFS sono lievitati di un quarto, mentre il biglietto medio dei trasporti pubblici è diventato più costoso del 18%.
Stando al Sonntagsblick, le FFS non sono però le principali responsabili dell'ultimo aumento dei prezzi: è stato soprattutto l'Ufficio federale dei trasporti (UFT) a imporre i rincari. Secondo quest'ultimo, però, a rendere necessari gli aumenti sono state l'inflazione e la riduzione delle sovvenzioni federali. Ciononostante «alcune aziende di trasporto pubblico volevano applicare solo un aumento moderato o addirittura nessun aumento dei prezzi», ha dichiarato Füglistaler, giustificando l'intervento dell'UFT. «Abbiamo detto loro che senza un aumento sensibile dei prezzi nel 2024 il sistema di trasporto pubblico non avrebbe più potuto essere finanziato».
Per il direttore dell'UFT un incremento dei prezzi è dunque giustificato: «Gli utenti devono contribuire adeguatamente ai costi del trasporto pubblico». Il rincaro, sottolinea, è inoltre inferiore al 4% e l'ultimo aumento delle tariffe è avvenuto nel 2016.
Füglistaler punta poi il dito contro le FFS. «Molte aziende di trasporti hanno perso la consapevolezza di non avere alcun diritto legale alle sovvenzioni: sono tenute a gestire con parsimonia il denaro dei contribuenti. E invece chiedere sempre più sovvenzioni è diventato parte del DNA dell'industria del trasporto pubblico. Purtroppo le FFS, in quanto grande azienda e di proprietà dello Stato, danno il cattivo esempio», afferma il direttore dell'UFT.
Secondo Füglistaler, è molto importante che le ferrovie lavorino in modo efficiente e generino il maggior numero possibile di entrate. Se ciò non avvenisse, i costi crescenti del trasporto pubblico finirebbero per essere sostenuti dai contribuenti.
Füglistaler afferma inoltre di non capire perché le FFS non abbiano colto l'opportunità di espandersi in Europa: «Le imprese ferroviarie europee stanno rimescolando le carte. Le Ferrovie dello Stato italiane vanno a Parigi, quelle francesi in Spagna, le ferrovie federali austriache si espandano in Germania. E le FFS cosa fanno? Rimangono a casa e si concentrano sul proprio mercato nazionale». Il direttore dell'UFT teme dunque che «le nostre ferrovie stiano perdendo il treno per il futuro».